Francia: ‘Le Monde’, tramontano le ‘ZEP’?

Le ZEP (Zone d’éducation prioritarie) sono state per molti anni il fiore all’occhiello della scuola francese. Inventate dalla sinistra negli anni settanta, sono state considerate positivamente anche dai governi moderati, e non è stato fatto mai mancare il sostegno finanziario alle scuole e ai docenti impegnati nelle aree a maggior rischio educativo: zone rurali, cinture urbane, territori di più densa e recente immigrazione.

Ma ora anche questa esperienza sembra giunta al capolinea.
Il numero di aprile di Le Monde de l’Education (www.lemonde.fr/mde) pubblica un editoriale e un servizio che mettono sotto accusa il modello delle ZEP, che col tempo ha perso le caratteristiche originarie di intervento compensativo a carattere aperto, propulsivo, interattivo con la scuola “normale” per diventare un ghetto statico e ripetitivo nel quale dirottare e mantenere le fasce deboli della popolazione scolastica: ben un quinto del totale. Anziché discriminazione “positiva” queste scuole fanno discriminazione “eccessiva”, istituzionalizzata, afferma la rivista. Una logica ragionieristica, come si direbbe in Italia (“più crediti”), ha sostituito quella progettuale (“più idee”).

Ora il governo di destra di Chirac sembra deciso a fare i conti con questa eredità della sinistra, anche perché l’aumento della violenza nelle scuole ha determinato una parallela crescita delle richieste di inserimento nelle aree classificate come ZEP, che hanno un costo per allievo più elevato. Non si tratta però tanto di risparmiare: il governo vorrebbe rifinalizzare le risorse per fronteggiare in modo più efficace un numero minore di casi, quelli effettivamente più difficili.