Francia: la cronobiologia rivoluziona il calendario scolastico

In vista della riapertura delle scuole, martedì 4 settembre, il ministro dell’istruzione francese Vincent Peillon ha tenuto la scorsa settimana la tradizionale conferenza stampa, nella quale ha preannunciato alcune delle innovazioni che il governo Hollande intende promuovere per rendere la scuola francese più efficiente e più equa, come promesso in campagna elettorale.

Per l’immediato, in realtà, non ci sono grandi novità: sul fronte del reclutamento la promessa assunzione di 60.000 nuovi insegnanti, che doveva rovesciare la politica dei tagli perseguita dalla presidenza Sarkozy, si è per il momento ridimensionata a 1.000 unità (più alcune migliaia di non docenti), cui si aggiungeranno altri 22.100 posti nel 2013-14, e piccoli aggiustamenti sono stati applicati ai piani di studio (il più importante è il ripristino della disciplina storia-geografia nell’ultimo anno della secondaria superiore).

Le maggiori novità riguardano invece il calendario scolastico: una prima misura è stata già adottata – l’aumento a 15 giorni delle vacanze di Ognissanti a novembre – mentre dall’anno prossimo (2013-2014) le scuole dovranno ridistribuire le materie nell’orario settimanale, concentrando quelle più importanti (francese e matematica) nella mattinata, e aumentando ad almeno 90 minuti la durata della pausa pranzo.

Il calendario scolastico, insomma, sarà costruito tenendo conto dei ritmi biologici degli alunni, accogliendo i suggerimenti degli esperti di cronobiologia, la nuova materia che studia l’ottimizzazione delle prestazioni (anche di quelle intellettuali) alla luce dei ritmi biologici delle persone.

Esperienze di questo genere non mancano nel mondo anglosassone, dove le singole scuole dispongono di ampia autonomia. Ora anche un sistema tradizionalmente accentrato come quello francese sembra muoversi nella stessa direzione. In Italia, Paese ad ordinamento scolastico storicamente accentrato ma recentemente apertosi a una maggiore autonomia delle scuole, si potrebbe almeno cominciare a discutere del problema.