Francia, dirigenti scolastici sull’orlo di una crisi di nervi

Accade Oltralpe: il 60% dei dirigenti della scuole medie (Collège) e dei licei francesi dichiara di lavorare per più di 50 ore alla settimana, il 76% è alle prese con fenomeni di violenza all’interno degli istituti, e il 57% si lamenta del fatto di non ricevere aiuto o assistenza dalle autorità scolastiche.
 

Il più importante sindacato francese dei capi d’istituto, lo SNPDEN, che rappresenta  i due terzi dei “principaux”, che guidano i Collèges, e dei “proviseur”, preposti ai Licei, ha recentemente presentato i risultati di una sua inchiesta sulle condizioni di lavoro dei propri associati in un apposito “libro bianco”, che vista la situazione descritta, è stato subito definito “nero”. Ne dà notizia il mensile “Le Monde de l’éducation” nel numero di febbraio 2004 (www.lemonde.fr/mde).


Ciò che colpisce in questa indagine è la richiesta non di una maggiore autonomia, o di più rilevanti risorse, ma piuttosto di un migliore coordinamento e di una più incisiva assistenza da parte delle autorità sovraordinate (apparati amministrativi, ispettorato). “I nostri interlocutori ministeriali a volte ci ascoltano, ma raramente ci comprendono”, ha detto Michel Richard, il segretario generale del SNPDEN.


Lo stress e il senso di solitudine, di abbandono, sembrano affiorare insomma tra i dirigenti delle scuole francesi dopo anni di decentramento e di impegnativa gestione della maggiore autonomia attribuita alle istituzioni scolastiche. Ma la richiesta più forte e condivisa, quella di una riduzione dell’orario di lavoro, non sembra andare in direzione del rafforzamento degli aspetti manageriali della figura del dirigente scolastico. Si direbbe piuttosto che sta riemergendo una certa nostalgia per il carattere di funzionario pubblico, con compiti e orari ben definiti,  che un tempo contrassegnava l’immagine sociale e il modo di lavorare dei dirigenti scolastici.