
Francia: cresce la violenza nelle scuole
L’anno scolastico 2005-2006 è stato durissimo, in Francia, non solo a causa delle proteste e delle violenze a sfondo razziale (anzi, queste ultime sono diminuite del 20%, e del 40% quelle di tipo antisemitico), ma soprattutto per gli episodi di aggressione e di teppismo nei confronti degli insegnanti e degli edifici scolastici. I primi sono aumentati del 7% , mentre gli incendi negli istituti hanno registrato un impressionante crescita dell’80% rispetto all’anno scolastico precedente, e i tentativi di incendio un +40%.
Il ministero dell’educazione francese, sempre molto tempestivo e preciso nella raccolta dei dati, ha inoltre precisato la natura degli episodi che hanno colpito gli insegnanti: nel 70% si è trattato di aggressioni verbali, ma le violenze fisiche sono aumentate del 7,5%, e i danni alle automobili del 4%. Le scuole più investite da atti di teppismo e vandalismo sono i licei e le scuole medie (collèges) dei quartieri considerati tradizionalmente a rischio, ma non ci sono ormai quasi più scuole del tutto indenni da questi fenomeni.
Riflettendo su questi fatti, l’autorevole mensile “Le Monde de l’Education” (www.lemonde.fr/mde) nel numero di dicembre 2006 ha ritenuto di individuarne la causa, o una delle cause, nella mancanza di attenzione, da parte degli insegnanti, per la dimensione emotivo-relazionale, che sembra strettamente correlata agli insuccessi, al rifiuto della scuola e anche alla violenza verso gli insegnanti.
Per invertire la tendenza occorre istituire a scuola un clima diverso. Gli insegnanti dovrebbero imparare ad amare i loro allievi, anche quelli difficili, ed agire in modo da farsi amare. “Prof-élèves: faut-il s’aimer pour réussir?” (Professori-allievi: bisogna amarsi per riuscire?) chiede la rivista nella copertina. La risposta degli esperti consultati è chiaramente “oui“.
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