Formazione docenti/1. Bertagna sveglierà la marmotta?

Nel film “Il giorno della marmotta” il protagonista è costretto a rivivere le stesse 24 ore continuamente, come in un sogno che si ripete ogni giorno. In realtà l’innocente roditore dorme solo d’inverno, e si sveglia tutti gli anni, ma è (ingiustamente) diventato l’emblema del ricorrente rinvio della soluzione di un problema. Però è proprio in questa accezione emblematica che Giuseppe Bertagna, pedagogista emerito dell’Università di Bergamo, rappresenta la marmotta nell’editoriale che apre il numero 1/2023 (settembre) della rivista “Nuova Secondaria”, da lui diretta, col titolo “Formazione docenti: sarà la volta buona o avremo l’ennesimo giorno della marmotta?

Bertagna, al quale il ministro Valditara ha affidato l’incarico di presiedere la “Scuola di Alta formazione del sistema nazionale pubblico di istruzione”, istituita dalla legge n. 79/2022, attuativa del PNRR, non si nasconde la difficoltà dell’impresa, e dedica la prima parte del suo articolo alla ricostruzione di alcuni tra i più clamorosi fallimenti finora registratisi in materia, in particolare di due: quello del dispositivo previsto nella legge n. 3/2003 (riforma Moratti, nella quale lui stesso ebbe una parte attiva) – proposta che “fu talmente osteggiata da intellettuali pavloviani, burocrazia, sindacati dei docenti e partiti di opposizione che il nuovo governo insediatosi nel 2006, sostenuto da una maggioranza di colore politico diverso dal precedente, di fatto, la cancellò” – e quello della legge 107/2015 (la renziana “Buona Scuola”), ovvero il percorso triennale FIT post-lauream di concorso, abilitazione e formazione, mai entrato in vigore e soppresso dal successivo governo giallo-verde (M5S-Lega), salvo che per il requisito, richiesto ai laureati per partecipare ai concorsi (abilitanti), di aver acquisito 24 CFU in ambito antropo-psico-pedagogico-metodologico. Una soluzione debolissima da ogni punto di vista, criticata da quasi tutti gli esperti della materia.

Si è così arrivati a quanto previsto dalla citata legge n. 79/2022 (governo tecnico Draghi di unità nazionale, salvo Fratelli d’Italia), che ora l’esecutivo politico di destra-centro (guidato da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia) è chiamato ad applicare. Visti i precedenti, il timore di Bertagna è che il cambio di governo possa far riemergere quelle forme di opposizione pregiudiziale a quanto deciso dalle maggioranze pro tempore che in passato hanno finito per “pregiudicare il ‘riformismo’ che sarebbe necessario per rilanciare un’Italia che non cresce da trent’anni”. Per questo, nel suo articolo, prova a definire i contenuti di una gestione “riformista” di quanto stabilito nella legge n. 79 in materia di formazione degli insegnanti, invitando a un confronto nel merito. Riuscirà Bertagna a svegliare finalmente la marmotta? Ne parliamo nella notizia successiva.

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