Firme contro il decreto Gelmini pubblicizzate sui diari dei bambini, è polemica

Fa discutere la notizia riportata oggi da “Il Giornale della Toscana”, secondo la quale una raccolta di firme contro la riforma Gelmini sarebbe stata “pubblicizzata” in una classe della scuola elementare Boccaccio di Firenze, facendo scrivere agli alunni un avviso sul proprio diario da far leggere ai genitori.

Il fatto è stato segnalato da alcuni genitori per niente contenti dell’iniziativa. Il testo della comunicazione finita sui diari dei bambini informava i genitori che, dal giorno successivo all’avviso, sarebbe stato visibile presso la custode della scuola un documento da inviare al ministro, che richiedeva il ritiro del decreto Gelmini, da firmare in caso di condivisione.

La polemica deriva dal fatto che è perfettamente legittimo esprimere il proprio dissenso contro una riforma se la si giudica sbagliata, ma fuori della scuola e senza alcun coinvolgimento degli alunni. Maggiori dubbi suscita l’allestimento di banchetti di raccolta firme all’interno delle mura scolastiche, per di più pubblicizzati attraverso “note” scritte sul diario.

La dirigente scolastica della scuola Boccaccio si è detta “avvelenata” per l’iniziativa, e ha annunciato di stare già prendendo provvedimenti. Fatto è che la notizia è saltata subito agli occhi di esponenti della politica nazionale e locale, che stanno rilasciando dichiarazioni infuocate.

È il caso del senatore di An-Pdl Achille Totaro, che ha commentato: “È una propaganda vergognosa, finalizzata alla strumentalizzazione dei piccoli alunni. Presenterò un’interrogazione parlamentare al ministro affinché i responsabili vengano allontanati dal proprio impiego e un esposto alla procura della Repubblica affinché sia valutato se consistano reati nei confronti dei minori da parte dei maestri. È auspicabile quindi un intervento immediato da parte del Governo e dell’autorità giudiziaria per porre fine ad una situazione vergognosa e indecorosa che a Firenze si verifica frequentemente“.

Sulla stessa linea, di richiesta di licenziamento per le maestre colpevoli del comportamento scorretto, è Giovanni Donzelli, presidente nazionale di Azione universitaria e consigliere comunale fiorentino di An:”La protesta sindacale e politica è un diritto inviolabile e sacrosanto, anche se immotivato e fazioso come in questo caso, ma non deve coinvolgere in alcun modo i bambini. Maestre che coinvolgono gli alunni nelle proprie proteste vengono meno al ruolo educativo, non possono quindi continuare a rimanere in cattedra. E’ necessario punire le maestre anche con la sospensione e nel caso in cui dimostrassero di voler strumentalmente continuare a coinvolgere i bambini nelle proteste politiche, pensare anche al licenziamento. I bambini alle elementari pendono letteralmente dalle labbra della propria maestra, non hanno gli strumenti per discernere tra un opinione e un insegnamento. Prendono per verità assoluta ciò che gli viene dettato da chi siede dietro la cattedra. Abusare della fragilità dei bambini per coinvolgerli in proteste politiche e sindacali è una scorrettezza gravissima”.