Fioroni e Aprea: confronto a tutto campo

Il ministro dell’istruzione uscente Giuseppe Fioroni (PD) e uno dei più autorevoli candidati a succedergli, Valentina Aprea (PDL), già sottosegretario nel governo Berlusconi-Moratti, si confrontano oggi sulle pagine del quotidiano “Il Sole-24 ore“.

I punti di accordo, o di possibile mediazione, non mancano, e vanno dalla formazione iniziale degli insegnanti (laurea triennale più biennio di specializzazione ed esame di Stato) alla riforma del secondo ciclo, con la rinuncia del PDL alla licealizzazione dell’istruzione tecnica (“sulla formazione professionale dovrà decidere la Conferenza Stato-Regioni“, dice la Aprea). Anche sulla soluzione del problema del precariato c’è una certa sintonia: il 50% dei posti liberi sarà riservato alle graduatorie, l’altro 50% ai neolaureati. Anche sul riconoscimento del merito c’è convergenza.

Le differenze emergono soprattutto sulla questione del reclutamento dei docenti, che la Aprea affiderebbe alla responsabilità delle scuole, e sul rapporto con i sindacati, che la la Aprea giudica “la vera forza conservatrice del Paese“, e che Fioroni considera invece collaborativi (“hanno accettato interventi importanti, ore nei professionali e veri tagli agli organici“).

Sulla bollente questione dei debiti formativi Fioroni insiste sulla scelta dei corsi di recupero: “non si può tornare indietro, sarebbe come espellere il merito dalle aule scolastiche“, dice il ministro, mentre la Aprea preannuncia il ritorno agli sbarramenti biennali, già previsti dalla riforma Moratti, “perché i corsi pomeridiani attuali portano solo enormi costi aggiuntivi“. 

Almeno per ora, la prospettiva di larghe intese sulla politica scolastica non sembra vicina, ma è positivo che il confronto si svolga in toni civili e su un terreno propositivo.