Fioramonti si dimette. Le prime reazioni di politica, studenti e sindacati

Arrivano le prime reazioni da politica, sindacati e studenti alle dimissioni presentate dal ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, la sera dello scorso 25 dicembre. La linea sembra essere la stessa nella maggior parte dei casi: l’atto del ministro dimissionario è per lo più ritenuto grave e irresponsabile.

ANP: “La politica italiana non ha interesse per la scuola”

“Bisogna dare atto a Fioramonti che è stato coerente con quanto affermato, ma le sue dimissioni rendono più evidente che la politica italiana non ha un grande interesse per la scuola, per la quale non si trovano mai le risorse necessarie, mentre lo si fa per altri settori. Questa è una strategia politica sbagliata, perché la scuola crea il futuro della nazione. In tutti i Paesi evoluti la percentuale di pil per la scuola è molto più alta rispetto alla nostra”. Lo afferma all’Adnkronos Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, commentando le dimissioni del ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti.

“E’ necessario fare qualcosa, subito. Abbiamo visto dai risultati dell’apprendimento dei nostri ragazzi, dagli Invalsi alle indagini Ocse-Pisa, che ci sono difficoltà notevoli, numerose criticità ed è necessario agire: a partire da un piano di aggiornamento, massiccio, per docenti -continua- serve dare una formazione più innovativa, e come è evidente anche in altri Paesi, sono necessarie prerogative più forti ed incisive per i dirigenti scolastici. Ed è assolutamente necessario intervenire per la sicurezza edilizia”.

“Il problema è che la politica vede la scuola come una spesa, invece è un investimento importante per il paese. Un esempio: nel 2008-2009 all’inizio della crisi economica molti Paesi occidentali hanno aumentato gli investimenti nella scuola, noi li abbiamo tagliati. In questo modo condanniamo il futuro del paese: è importante ora puntare al capitale umano, per farlo bisogna coltivarlo e per questo servono risorse, investimenti nel sistema educativo per renderlo più evoluto ed aggiornato, altrimenti si rischia l’arretratezza”.

Forza Italia: “Chiediamo audizione urgente del presidente Conte”

I primi a pensarla così sono i deputati di Forza Italia in commissione cultura alla Camera. In una nota firmata da Valentina Aprea (capogruppo), Luigi Casciello, Marco Marin, Antonio Palmieri e Gloria Saccani Jotti si legge infatti: “Le dimissioni del ministro Fioramonti, costituiscono un atto grave e irresponsabile. Già minacciate sin dal suo insediamento, arrivano ora in un momento delicato e denso di appuntamenti amministrativi per l’attività del ministero dell’istruzione. Avere maggiore disponibilità finanziarie per le politiche della scuola, dell’Università e della ricerca è da sempre aspirazione legittima di tutti i ministri dell’istruzione della Repubblica, ma Fioramonti sembra aver sottovalutato irresponsabilmente di essere arrivato a Viale Trastevere da soli quattro mesi, in un momento di crisi economica del Paese. Se già questa manovra – aggiungono – verrà ricordata come la legge di bilancio tutta ‘tasse e manette’, Fioramonti avrebbe voluto ancora più tasse e per di più ‘etiche’. La scuola italiana non ha solo bisogno di maggiori investimenti ma anche e soprattutto di visione e innovazione, anche partendo da una seria spending review per recuperare risorse da reinvestire nelle emergenze educative del nostro tempo. Detto questo, Fioramonti con le sue dimissioni si è assunto la responsabilità di bloccare processi amministrativi importanti appena deliberati con il decreto scuola e la legge di bilancio, a partire dall’indizione dei bandi di concorso per l’assunzione di 48 mila docenti e dall’apertura della nuova fase contrattuale per il personale della scuola. Siamo poi alla vigilia delle iscrizioni per il prossimo anno scolastico e della relativa determinazione degli organici, per parlare solo di alcune delle scadenza amministrative più imminenti. Per tutte queste ragioni, il gruppo di Forza Italia in commissione Cultura formalizzerà nelle prossime ore una richiesta di audizione urgente del presidente del consiglio Conte in commissione per conoscere le determinazioni che intenderà assumere per far fronte alla grave situazione che si è determinata nella guida di un settore, quello dell’istruzione, così strategico per le nuove generazioni e per il paese”.

Lega: “Da Fioramonti un colpo al cerchio e uno alla botte”

«Dimettersi da ministro per i fondi negati all’istruzione, ma garantendo massimo supporto al diretto responsabile, il premier Conte. Citare figure come Calamandrei e Rodari, per poi esprimere provvedimenti come il decreto Scuola (ribattezzato “ammazza precari” dagli interessati), tra i meno apprezzati e condivisi in assoluto. Un colpo al cerchio e uno alla botte. Caro ex ministro Fioramonti, cari M5S e PD, non prendetevela con la sfortuna se ormai l’elettorato guarda altrove…». Lo dichiara il senatore della Lega Mario Mario Pittoni, presidente della commissione Cultura a palazzo Madama e responsabile Istruzione del partito.
 

Cisl Scuola: “C’è bisogno di stabilità e continuità”

Reazione negativa anche da parte di Cisl Scuola. Maddalena Gissi dichiara: “Le dimissioni annunciate dal ministro Fioramonti possono aprire una fase estremamente rischiosa. Il sistema ha più che mai bisogno di stabilità e governo efficace dei processi: l’amministrazione presenta invece troppi punti ancora scoperti a livello centrale e periferico, il che accentua squilibri e spinte centrifughe. Per istruzione e ricerca una fase di instabilità potrebbe tradursi in ulteriore marginalizzazione, con buona pace dei tanti impegni dichiarati a più riprese e in modo altisonante. Ci sono  accordi e intese dalla cui attuazione dipende in larga misura anche la possibilità di un ordinato avvio del prossimo anno scolastico: i tempi in cui operare e agire sono questi, l’esperienza insegna che indecisioni e ritardi in questa fase si pagano a caro prezzo. Occorre evitare che ai tanti problemi della scuola si aggiungano adesso anche le incognite di una successione al vertice, quando ci sarebbe bisogno di stabilità e continuità. È invece quanto mai necessario che sia l’intero governo, e in prima persona il presidente del consiglio, ad assumersi la responsabilità  di garantire a scuola, università e ricerca una guida all’altezza delle emergenze e della sfide”.
 

PCI: “Dimissioni di Fioramonti certificano il fallimento del Governo sulla scuola”

Per Luca Cangemi, responsabile nazionale scuola del Partito Comunista Italiano, le dimissioni di Fioramonti certificano “il fallimento del governo su scuola, università e ricerca. Un fallimento che riguarda innanzitutto le risorse, su cui nasce la polemica. Ebbene quelle risorse essenziali, nonostante gli impegni, il governo non le ha trovate. E non le ha trovate perché investire sulla scuola, persino dare solo qualche segnale reale di cambio di rotta, è nonostante le parole, incompatibile con i vincoli europei e con le interne contraddizioni della maggioranza di Conte”. “E le incertezze – conclude – non riguardano solo gli stanziamenti, riguardano anche le linee strategiche per il comparto, in una maggioranza confusa e divisa, come dimostrano le scelte sull’ Invalsi. E il pericolo, sempre presente, dell’autonomia differenziata”.

Studenti: “Dimissioni Fioramonti dimostrano la gravità della situazione”

Le dimissioni del Ministro costituiscono un segnale forte per il mondo studentesco, un segnale del fatto che sia necessario fare di più per scuola e università. “Le dimissioni del ministro di fronte alle condizioni di scuola e università dimostrano la gravità della situazione – dichiara LINK Coordinamento Universitario – . È necessario riaprire immediatamente un dibattito sull’Università all’interno di questo Paese, sulle necessità del sistema universitario, degli studenti e delle studentesse, e assumere come priorità la necessità di portare avanti misure concrete affinché l’Università possa nuovamente assumere il suo ruolo all’interno della società e del Paese”.