Figel: la missione della scuola europea

Qual è il rischio più grave che corre oggi la scuola europea? E quale la sua più grande opportunità? A queste domande ha risposto giovedì scorso lo slovacco Jan Figel, 46 anni, commissario europeo per l’istruzione, la cultura e la formazione professionale, incontrando alcuni giornalisti nella sede della rappresentanza della Commissione europea in Italia (era presente anche “Tuttoscuola“), prima di recarsi alla Camera per essere ascoltato dalla commissione Cultura, come previsto dal programma di audizioni promosso dalla parlamentare di Forza Italia Valentina Aprea.
Il rischio più grave per la scuola europea, secondo il commissario Figel, è quello di non riuscire a valorizzare il suo pur rilevante patrimonio culturale realizzando una sintesi efficace tra la necessaria ricerca della qualità e l’altrettanto strategico obiettivo di sviluppare il potenziale di conoscenze e competenze di tutti i cittadini europei, superando gli squilibri regionali e quelli derivanti dal contesto socio-culturale di provenienza. Di qui la rilevanza della lotta alla dispersione, obiettivo centrale nella strategia di Lisbona 2000 (ma molti Paesi europei, compresa l’Italia, sono in ritardo), e la necessità di evitare la precoce canalizzazione degli studenti in percorsi scolastici fortemente caratterizzati in senso “academic” (liceale, generalista) o al contrario “vocational” (professionale, addestrativo).
La più grande opportunità per l’Europa è quella di poter trarre vantaggio dalla diversità delle sue tradizioni, che può costituire una ricchezza collettiva se ciascuno dei 27 Paesi mette a disposizione degli altri le sue esperienze migliori. Occorre perciò incentivare la mobilità degli studenti e degli insegnanti, sviluppare le reti informatiche transnazionali, investire nelle competenze linguistiche e nella formazione degli adulti. E soprattutto nella diffusione di massa delle competenze informatiche. Se l’Europa riuscirà ad evitare il “digital divide” (la disuguaglianza nell’accesso alle nuove tecnologie), potrà mettere in campo tutto il suo potenziale di cultura e di creatività, che la renderà altamente competitiva nelle sfide planetarie che si annunciano.