Federalismo: la via maestra per evitare Scilla e Cariddi

Dal convegno promosso dalla CISL Scuola del Lazio e da Tuttoscuola è emersa una linea precisa: per evitare il rischio che la scuola italiana sia fagocitata da Scilla (il mostro marino metafora di un vorace neocentralismo burocratico) o si frantumi nei gorghi di Cariddi (metafora di una concezione autarchica del regionalismo) occorre dare una corretta e soprattutto equilibrata attuazione al titolo V della Costituzione.

Per questo, come ha riferito il viceministro Bastico, sono al lavoro una serie di tavoli tecnici, gestiti congiuntamente da esperti dello Stato e delle Regioni, che hanno il compito di definire con la massima chiarezza i compiti e le competenze dei diversi livelli istituzionali che si occupano di istruzione adottando un’ottica sinergica e solidale, e non gerarchica: le scuole autonome, le autonomie locali, le Regioni e lo Stato.

Ma dal convegno non sono emerse soltanto indicazioni di tipo tecnico. In molti degli interventi che si sono succeduti nella giornata, e poi con particolare forza nell’intervento del segretario generale della CISL Scuola Francesco Scrima, si è evidenziata la convizione che per affrontare con speranza di successo i gravi ritardi e le inefficienza che la scuola la scuola italiana ha accumulato(sono di questi giorni le notizie sugli esiti dell’indagine OCSE-PISA, disastrosi per l’Italia) occorrono risorse adeguate, di gran lunga superiori a quelle assicurate dall’attuale Governo, come anche da quelli che lo hanno preceduto, sia di centro-sinistra che di centro-destra.

Occorrerebbe anzi che l’obiettivo di un importante, strategico investimento a medio-lungo termine per il miglioramento della qualità del nostro sistema di istruzione fosse condiviso dalle principali forze politiche del Paese, e che la scuola fosse messa al riparo, per un periodo adeguato (e come non è avvenuto in questi anni) dalle fibrillazioni del sistema politico.