Fare scuola, fare giustizia: un convegno per migliorare la scuola in carcere

di Alessandra Nasini

Si è svolto lo scorso 13 aprile il Convegno di presentazione del “Vademecum per il dialogo – Fare scuola, fare giustizia“, redatto grazie ad un percorso congiunto e coinvolgente che ha visto protagonisti i docenti dei CPIA (Corsi provinciali per l’istruzione degli Adulti), il personale della scuola in carcere, la polizia penitenziaria e i funzionari giuridico pedagogici. Tutti gli attori coinvolti hanno espresso i loro bisogni formativi e le loro idee per monitorare e migliorare l’esperienza di scuola in carcere (“unire le parole della scuola alle parole del carcere”). Il Provveditore regionale di Piemonte Liguria e Val D’Aosta, Pier Paolo D’Andria, Il Direttore Regionale dell’USR Liguria, Ettore Acerra, e la dottoressa M. Rosaria Roberti a nome del Direttore Regionale di USR Piemonte hanno sottolineato il valore di questa buona pratica di sistemi che interagiscono, che darà forma ad una collaborazione più strutturata e continuativa, ancora più nevralgica oggi con le restrizioni alla didattica imposte dall’emergenza.

Lo scopo del Vademecum, realizzato grazie alla sinergia degli Uffici Scolastici Regionali per la Liguria e per il Piemonte e del Provveditorato per l’Amministrazione Penitenziaria di  Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta è di dare un concreto seguito al protocollo rinnovato il 19 ottobre 2020 tra il Ministero dell’Istruzione e quello di Giustizia, per garantire la continuità dell’istruzione e della formazione in carcere ed il diritto allo studio di adulti e minori reclusi e in area penale esterna anche durante la situazione emergenziale.

La dirigente Ada Maurizio, che ha coordinato l’équipe di lavoro e redatto il vademecum, ha evidenziato che fare scuola in carcere significa “lavorare in stretta collaborazione tra tutti I profili professionali che vi operano, per garantire a tutti i detenuti il diritto allo studio. In assenza di tale sinergia viene meno la qualità dell’istruzione in carcere che, ricordiamo, è uno dei pilastri del trattamento”.

Dal Vademecum: “Fare scuola in carcere non è sedersi in cattedra e parlare, misurare le conoscenze attraverso la correzione di un compito oppure interrogare e dare un voto, mantenere la disciplina tenendo tutti seduti e zitti. La scuola in carcere rappresenta la volontà dello Stato di migliorare la società.”

Fare scuola in carcere è anche “lavorare in rete col territorio, coinvolgendo le scuole disponibili nella progettazione di visite tra studenti e, laddove possibile, di attività comuni”.

Lo scopo ultimo di tale impegno è quello di reintegrare il detenuto nella vita sociale con un suo progetto di vita. I numerosi e sentiti interventi dei partecipanti al Convegno si sono concentrati proprio su questo imprescindibile obiettivo. In particolare Mauro Palma, Presidente nazionale dell’Autorità Garante dei diritti dei detenuti e delle persone private della libertà personale, ha ricordato che “il percorso educativo porta il detenuto a riflettere sulla propria esperienza, costruendo intorno a lui una rete di saperi in modo modulare e non strettamente legato alle discipline; in questo progetto di istruzione non può mancare il rafforzamento delle competenze tecnologiche per un suo futuro reinserimento nel mondo del lavoro.”

Nello stesso tempo, il Vademecum comprende anche interessanti cenni storici della Scuola in carcere ed un glossario emotivo e relazionale per capire e sostenere lo stato d’animo dei detenuti, che comprende anche solitudine, rabbia, vergogna e trauma post arresto.

Il dirigente tecnico Roberto Peccenini, nel coordinare il convegno e la tavola rotonda, ha ribadito proprio l’obiettivo comune di ricostruire dentro al carcere il tessuto relazionale del detenuto, “spezzato” nei confronti dell’esterno.

Infine, il dirigente dell’Ufficio VI del Ministero dell’Istruzione, Marco Fassino, ha annunciato che la scelta della scuola penitenziaria (in particolare della Secondaria di II grado) da parte dei detenuti è cresciuta di un terzo a partire dall’anno scolastico 2017-18; ha inoltre sottolineato che essi sono studenti che richiedono un percorso individualizzato, che preveda un sostegno anche dopo l’uscita dal periodo di detenzione.

Il Convegno si è concluso con i ringraziamenti della dirigente dell’USR Piemonte, Serena Caruso Bavisotto, e del Dirigente Alessandro Clavarino dell’USR Liguria, certi che questa “sinergia di sistema porterà ad un salto di qualità di strumenti e percorsi didattici, con sempre maggiore consapevolezza e condivisione”.

Il “Vademecum scuola-carcere: piccola guida per conoscere, conoscersi e interAgire” è stato recentemente pubblicato a cura di Anna Nervo in piacevole formato ebook, fruibile al link https://read.bookcreator.com/sJqESH8aN0WTc75Y7cmfrraYwl63/az8k1CPcRlWxmmMiWE_irA  e sui siti delle USR Piemonte e Liguria.

Il Gruppo di lavoro al completo: Antonietta Centolanze e Tecla Riverso (USR Piemonte), Gisella Merenda, Roberto Peccenini (USR Liguria), Matilde Chareun, Maurizio Plaia e Francesca Romana Valenzi (PRAP Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta), Francesco Fienga (IIS V. E. Ruffini di Genova).

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