Evasione scolastica, una notizia che non fa notizia

E’ dei giorni scorsi la notizia di un’ampia operazione dei carabinieri in Sicilia contro l’evasione dell’obbligo scolastico. L’Arma ha inoltrato alla magistratura le generalità di centinaia e centinaia di genitori che si sono resi responsabili del mancato assolvimento nei confronti dei figli.
Dell’operazione va dato merito ai Carabinieri, ma non si può non rilevare che essa è destinata, purtroppo, a non lasciare tracce, perché da anni l’evasione dell’obbligo scolastico non costituisce più reato, essendo stato derubricato a semplice infrazione amministrativa che è possibile compensare pagando qualche euro di ammenda (Tuttoscuola ha riportato mesi fa un episodio avvenuto a Roma che ha visto i genitori inadempienti multati di soli 20 euro).
Il Miur ha pubblicato nei giorni scorsi la consueta indagine campionaria sulla dispersione scolastica nella fascia dell’obbligo (elementare e media), evidenziando come anche le aree geografiche caratterizzate in passato da una situazione negativa sull’obbligo, negli ultimi 10 anni hanno notevolmente migliorato la situazione. Nella scuola media, ad esempio, le Isole (Sicilia e Sardegna) sono passate dal 2,56% di evasione allo 0,55%, migliorando la situazione rispetto a quella attuale del Sud. Pur trattandosi di un’indagine campione, si può provare ad applicare all’intera popolazione scolastica la percentuale rilevata: si arriverebbe così alla conclusione che nel precedente anno scolastico più di 7 mila alunni potrebbero essere stati evasori totali.
Un dato niente affatto confortante. E parliamo del vecchio obbligo scolastico che ha nel nostro Paese quarant’anni di vita e rappresenta un valore ampiamente condiviso.
C’è da chiedersi, se non sia il caso, nella previsione del nuovo diritto-dovere “legislativamente sanzionato” (legge 53/2003), di rivedere le regole per il nuovo obbligo la cui applicazione nei riguardi dei 15-18enni sarà sicuramente molto più problematica.