Esposizione precoce ai dispositivi digitali diminuisce il rendimento scolastico: lo studio che svela le disuguaglianze tra famiglie

L’ingresso precoce dei bambini nel mondo digitale, attraverso l’uso degli smartphone, dei social media e di altri dispositivi elettronici, sembra avere effetti negativi sul loro rendimento scolastico. Questo fenomeno, che coinvolge in particolare le famiglie svantaggiate, è emerso da una recente ricerca condotta dall’Università Bicocca di Milano, in collaborazione con l’Università di Brescia, l’associazione Sloworking e il Centro studi Socialis, con il sostegno della Fondazione Cariplo. Lo studio, intitolato Eyes Up (Early exposure to screens and unequal performance), ha analizzato come l’esposizione precoce alle tecnologie influisca sulle performance scolastiche, utilizzando i dati delle prove Invalsi.

La ricerca, che sarà presentata il prossimo 28 febbraio nell’ambito di un convegno a Milano, si distingue per la sua portata e per la metodologia. È, infatti, la prima analisi longitudinale italiana e internazionale sui legami tra l’accesso anticipato ai dispositivi digitali e le performance scolastiche, con un campione di oltre 6.000 studenti delle scuole superiori della Lombardia. L’analisi rivela che più i bambini iniziano a utilizzare dispositivi digitali e a frequentare i social media in giovane età, più il loro rendimento scolastico tende a diminuire.

Questo studio sembra avvalorare le preoccupazioni espresse dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che nel settembre scorso ha introdotto una circolare che vieta l’uso del cellulare in classe, sebbene in alcune circostanze particolari l’uso di dispositivi digitali sia autorizzato per fini didattici. Secondo Valditara, tale misura si inserisce in un più ampio sforzo di tutelare l’educazione degli studenti e contrastare gli effetti negativi dell’uso incontrollato della tecnologia.

Uno degli aspetti più rilevanti della ricerca è la sua capacità di fare chiarezza sul rapporto di causa ed effetto tra l’uso dei dispositivi digitali e il rendimento scolastico. Marco Gui, professore associato presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università Bicocca e uno degli autori dello studio, ha sottolineato che, sebbene ricerche precedenti avessero rilevato una correlazione tra l’uso intensivo dei media e i cattivi risultati scolastici, non erano riuscite a stabilire quale dei due fenomeni fosse la causa dell’altro. Il lavoro condotto grazie ai dati longitudinali, invece, consente di fare un passo avanti, tracciando una relazione più precisa.

Uno degli aspetti più significativi che emerge dal report riguarda il fatto che l’uso della navigazione libera e la creazione di profili sui social avvengano con maggiore frequenza nelle famiglie svantaggiate. Questo comporta una polarizzazione del fenomeno, aggravando il divario tra studenti provenienti da famiglie più fortunate e quelli provenienti da contesti sociali ed economici più difficili. Gli studenti delle famiglie meno istruite sono più esposti a un’iniziazione precoce alla tecnologia e, di conseguenza, a una performance scolastica più bassa.

Lo studio ha anche evidenziato un aspetto importante legato alle differenze nelle pratiche genitoriali riguardo al controllo e alla supervisione dell’uso dei dispositivi digitali. Le famiglie con genitori più istruiti tendono a utilizzare strumenti di parental control in misura maggiore, con il 54% dei genitori laureati che controllano l’uso dei dispositivi da parte dei figli. Tale percentuale scende al 46% nei nuclei familiari con genitori diplomati e al 43% in quelli in cui i genitori non hanno nemmeno il diploma.

Questa disparità nel controllo dell’uso dei dispositivi digitali si riflette anche nel monitoraggio delle attività online: il 60,5% dei genitori laureati si impegna a controllare le attività digitali dei propri figli, rispetto al 56% dei genitori con diploma e al 46% di quelli senza titolo di studio. La ricerca suggerisce che l’accesso a strumenti di monitoraggio e controllo possa contribuire a ridurre l’impatto negativo della tecnologia sull’educazione dei figli, ma tale accesso non è uniforme e dipende dal livello di istruzione dei genitori.

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