Elezioni/3. Per la scuola servono impegni no partisan prima delle elezioni

Considerate le incertezze sull’esito delle elezioni e sulle diverse combinazioni di governo che potrebbero scaturirne, ci sembra che la soluzione migliore per la scuola, per il suo futuro, sarebbe quella di ottenere dalle principali forze politiche – in primo luogo,  naturalmente, da PD e PDL – alcune assicurazioni, prima delle elezioni, che dovrebbero essere condivise o convergenti su alcuni punti strategici.

Proviamo a segnalarne qualcuno. L’aumento della spesa per l’istruzione, in percentuale rispetto al PIL, in modo da raggiungere gradualmente la media OCSE; l’utilizzazione delle maggiori disponibilità soprattutto per gli investimenti, per l’aggiornamento del personale e per il riconoscimento del merito e delle competenze professionali degli insegnanti; l’impegno per un significativo recupero di posizioni nelle classifiche comparative internazionali; la riduzione dei gap territoriali e per tipologia di scuola (impegno peraltro già preso dal nostro Paese, ma poco onorato); velocizzare il percorso di attuazione del Titolo V, parte seconda della Costituzione, con la previsione per le Regioni di più ampi spazi di decisione nel settore istruzione.

E poi il rilancio della filiera tecnico-professionale a livello secondario, col superamento dell’attuale divisione tra istituti tecnici e professionali, e a livello terziario, con l’istituzione in forma stabile di un sistema di istruzione tecnica superiore a carattere applicato, parallelo a quello universitario: una soluzione intermedia tra quelle sostenute finora dai governi di centro-destra e centro-sinistra; e infine, premio sistematico al merito per gli studenti e per le scuole, oltre che per gli insegnanti.

Un accordo su questi o altri punti di questo genere sarebbe da enunciare nei suoi termini generali prima delle elezioni, vincolando chi le vincerà a rispettarlo, e chi le perderà a sostenerlo dai banchi dell’opposizione.