Effetti positivi e negativi della rivoluzione digitale sui processi formativi

Nell’ultimo numero di agendadigitale.eu, datato 19 febbraio 2025, compaiono, come spesso accade nelle frequenti edizioni riservate alla scuola da questo sito online, importanti contributi di studiosi ed esperti che si occupano degli effetti della rivoluzione digitale in corso sui processi formativi. Ne segnaliamo in particolare due, dedicati rispettivamente il primo alle conseguenze dell’uso massiccio dell’intelligenza artificiale (IA) sulle capacità di pensiero critico dei lavoratori, soprattutto i più giovani, il secondo alle sfide educative poste dalla scuola digitale, tema affrontato con la consueta accuratezza da Daniela Di Donato.

Nel primo articolo Maurizio Carmignani, alla guida di una affermata società di consulenza sull’innovazione digitale, presenta alcuni studi dai quali risulta che, soprattutto (ma non solo) per i lavoratori delle professioni intellettuali l’eccessivo ricorso all’IA riduce l’attivazione del pensiero critico. A questa conclusione è pervenuta una indagine condotta dal ricercatore Hao-Ping Lee per conto di Microsoft Research che ha analizzato le prestazioni di 319 lavoratori della conoscenza in diversi Paesi, tra cui Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Sudafrica e Polonia, e alle stesse conclusioni è pervenuto il prof. Michael Gerlich, ricercatore della Swiss Business School, in uno studio presentato al IX Business Systems Laboratory International Symposium. Analizzando un campione di 666 partecipanti nel Regno Unito, la ricerca ha evidenziato una correlazione negativa significativa tra l’uso frequente dell’IA e il punteggio di pensiero critico. “I dati mostrano che i giovani, i quali fanno maggiore affidamento sulla GenAI [come ChatGTP, Gemini, Copilot, NdR], ottengono punteggi più bassi nei test di pensiero critico, suggerendo che l’uso intensivo dell’AI possa ridurre l’attivazione cognitiva autonoma e favorire un processo di delega intellettuale”.

L’articolo di Daniela Di Donato, intitolato “2025, anno zero per la scuola digitale: ecco le sfide educative”, è una analisi puntuale dello stato dell’arte nel quale si muove oggi la scuola italiana sul versante decisivo della formazione dei docenti alla transizione digitale. Di Donato conosce a fondo la materia perché si trova al crocevia di diverse competenze: quella dell’insegnante in servizio (è docente di italiano nel Liceo scientifico), quella del ricercatore (ha un PhD in Psicologia sociale, dello sviluppo e della Ricerca educativa presso l’Università di Roma Sapienza), quella di esperta di metodologie didattiche, inclusione e uso delle tecnologie digitali a scuola in qualità di formatrice del PNSD (Piano Nazionale Scuola Digitale). Un volto ben noto agli utenti del sito di Tuttoscuola, che ne hanno apprezzato i contributi offerti nei webinar cui ha partecipato. Ha curato il nuovo, splendido corso di Tuttoscuola – fruibile in asincrono – su “DigCompEDU, le competenze digitali per educare, che consente di prepararsi alla nuovissima certificazione sotto accreditamento ACCREDIA, riconosciuta a livello internazionale, per gli insegnanti (tutte le informazioni qui). Al suo intervento è dedicata la notizia successiva.

Per approfondimenti:

DIGCOMPEDU: Corso di formazione competenze digitali per educare

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