Educazione sessuale e affettiva. Forse servirebbe anche a Landini…

Una gaffe del segretario della Cgil Maurizio Landini, pronunciata nel corso del talk “Di martedì” di Giovanni Floris – “Meloni si è limitata a fare la cortigiana di Trump e non ha mosso un dito” – è capitata proprio nel giorno in cui si discuteva in Commissione Cultura alla Camera il disegno di legge del ministro Valditara in materia di educazione sessuale e affettiva, e mentre le cronache del giorno erano strabordanti di notizie sui più recenti femminicidi.

Una espressione infelice, rimproveratagli da tutti (Gruber: “Landini deve solo chiedere scusa”), anche a sinistra, che ha rivelato quanto sia ancora radicato, fino a coinvolgere un comunicatore sperimentato come Landini, uno dei più antichi insulti “maschilisti” rivolti alle donne (nell’accezione negativa di quel termine, che Landini ha negato specificando che intendeva dire “che Meloni è stata sulla scia di Trump, è stata alla corte di Trump”). E quanto sia necessaria e urgente una corretta educazione dei giovani (e non solo) al governo consapevole dei propri sentimenti in ambito sessuale.

Proprio a questo obiettivo dovrebbe servire il citato ddl Valditara. La Commissione Cultura alla Camera ha approvato un emendamento presentato dalla vicepresidente Giorgia Latini (Lega) che estende alla scuola secondaria di primo grado il divieto che il ddl prevedeva per scuola dell’infanzia e primaria di svolgere “attività didattiche e progettuali nonché ogni altra eventuale attività aventi ad oggetto temi attinenti all’ambito della sessualità”. Il provvedimento prevede inoltre che, per la scuola secondaria di secondo grado, le famiglie debbano essere informate e dare consenso scritto qualora l’istituto intenda organizzare attività o corsi di educazione sessuale, anche in collaborazione con enti o associazioni esterne (il cui coinvolgimento è subordinato alla deliberazione del collegio dei docenti e all’approvazione del consiglio di istituto). Un emendamento “oscurantista” per l’opposizione (“medioevale” per l’europarlamentare Alessandro Zan), che allontanerebbe l’Italia dalla maggior parte dei Paesi europei, dove l’educazione sessuale è prevista fin dalla scuola primaria.

Osservazioni critiche anche da chi si occupa direttamente di educazione. Per il pedagogista Daniele Novarala scuola offre la distanza educativa necessaria per parlare di affettività e sessualità senza giudizio e senza tabù”. Il rischio è duplice, per il direttore del Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti (CPP): da un lato abbandonare i ragazzi all’educazione informale del web, dall’altro perpetuare modelli sessuali distorti. Per Alberto Pellai“la ‘non educazione’ lascia solo un campo vuoto. E oggi fuori nel mondo ci sono milioni di “dis-educatori” pronti a riempire quello spazio lasciato vuoto”. La pensa così anche Paola Pasqualin, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Trento 5, intervistata da iltquotidiano.it: “la questione non va affrontata in maniera ideologica. Io credo sia impossibile fare scuola senza parlare di sentimenti, emozioni, affettività e valori. E poi ragazze e ragazzi ce le pongono queste domande, bisogna dare risposte, che non siano soluzioni certe, ma indicazioni aperte in cui poi trovano la loro strada”. Piuttosto “la preoccupazione andrebbe rivolta alle condizioni che ragazzi e ragazze, ma anche bambini e bambine subiscono dalla rete. Vengono in contatto con contenuti terribili che, senza mediazione, possono confondere per la normalità. Anche i genitori di alunni di quinta elementare ci chiedono di affrontare questi temi”.

Il capogruppo leghista in commissione Cultura (e relatore del ddl Valditara), Rossano Sasso, ha giustificato l’emendamento affermando che “troppe volte abbiamo assistito a episodi di tentativi di indottrinamento da parte di attivisti di estrema sinistra Lgbt, e anche oggi i colleghi dei partiti di sinistra hanno dimostrato tutta la loro avversione ideologica alle famiglie”, ma che comunque il ddl “non vieta affatto l’educazione alla sessualità né impedisce l’accesso a informazioni corrette: si limita a escludere dalle scuole primarie e secondarie di primo grado attività didattiche che esorbitino da quanto previsto dalle indicazioni nazionali, che già includono, e anzi potenzieranno, contenuti su relazioni, empatia e rispetto”.

Ad essere vietati o vincolati saranno i progetti, decisi autonomamente dalle scuole, che si avvalgono di esperti esterni, come spiega, lamentandosi di ciò, il sito della Cgil “Collettiva”, lo stesso che si è affrettato a giustificare lo scivolone di Landini sulla Meloni: “Nessun insulto sessista e nessun rancore”…

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