Educazione comparata: il rischio di nuove forme di ‘imperialismo delle menti’

Se il Post-colonialismo ha segnato il riscatto o comunque la liberazione di molte ex colonie dai vincoli politico-militari imposti dalle Potenze europee, e se il Post-socialismo (o, detto più chiaramente, il Post-comunismo seguito alla dissoluzione dell’URSS) ha consentito la rinascita di identità nazionali forti, che si riflettono anche nei rispettivi sistemi educativi, nuove e più sottili forme di imperialismo rischiano di affermarsi sulle macerie dei vecchi imperi.

Si tratta di ciò che nella Conferenza è stato definito “empires of the mind” (imperi nella formazione delle menti), che hanno grande influenza nei sistemi educativi e della comunicazione di massa, e sono costituiti da soggetti come l’OCSE, l’Unione Europea, la World Bank e altri, che promuovono sofisticate forme di “invasione” attraverso strumenti come le “Raccomandazioni” (il riferimento è all’UE), i “Rapporti” (come quelli dell’OCSE, a partire da PISA), le riunioni di esperti e i coordination committees della World Bank.

Tutti elementi di pressione sulle politiche nazionali che hanno le loro parole d’ordine legittimanti (vedi ‘Qualità’, ‘Sviluppo’, ‘Riequilibrio’, ‘Competenze’) e si avvalgono di potenti strumenti di indirizzo come i rankings (classifiche) e i Benchmark (obiettivi di riferimento), costruiti utilizzando indicatori e metodologie di valutazione stabiliti da ristrette élites di superesperti con il consenso sostanziale delle élites politico-economiche dei principali Paesi del mondo.

Il rischio è quello di un condizionamento delle politiche educative nazionali in direzione della loro omologazione su modelli definiti a livello europeo e mondiale da questi potenti centri di influenza, anche a detrimento degli aspetti migliori del patrimonio culturale locale. L’impegno assunto da molti studiosi convenuti nella Conferenza CESE è stato quello di studiare, senza pregiudizi, gli effetti di queste politiche sovranazionali su quelle locali: i transfer, le ‘transitologies’, i tempi e le forme dei mutamenti che avvengono nei contesti nazionali e/o di grandi aree definite in termini geopolitici: per esempio l’Europa o parti dell’Europa, l’Estremo Oriente, l’India, il Sud America, l’Africa e, naturalmente, l’America del Nord, che tali politiche sovranazionali influenza in modo determinante.

L’intento di molti è quello di mettere a fuoco le condizioni affinché l’irreversibile processo di globalizzazione e contaminazione tra i sistemi educativi, che l’Educazione comparata deve studiare con il massimo di rigore scientifico e neutralità politica, si accompagni alla valorizzazione delle specificità nazionali (anche’esse, d’altra parte, oggetto di studio di questa disciplina) e non al loro appiattimento. Ma le decisioni in materia spetteranno poi alla politica.