Educazione civica e sicurezza sul lavoro/2

L’avvento del PCTO ha riportato indietro l’orologio e soprattutto all’interno dei licei si preferisce stare nel banco e quindi si è persa anche la promozione della sicurezza. Allora se è la scuola a doversene fare carico non basterà certo la filiera tecnico-professionale se il lavoro sarà una scelta di serie B, e dunque dove la dobbiamo collocare? Mettiamola nell’educazione civica, ormai quasi ridotta al refugium peccatorum di tutti quei contenuti che potrebbero far parte di un curricolo modernizzato e che invece vengono tenuti a margine, con un’ora la settimana, un voto, che è quello che dà dignità all’insegnamento, ed un altalenante impegno dei docenti.

Certo un insegnamento fondato sulla Costituzione, che dal lavoro ha tratto ispirazione, ricava alla sicurezza un ruolo importante, perché legata anche alla legalità, alla salute ed alla cittadinanza consapevole. Può fondare un patto educativo di corresponsabilità con il mondo del lavoro, a condizione che lo si possa praticare.

I saperi sulla sicurezza possono avere un carattere conoscitivo e passare attraverso le discipline scolastiche ed uno comportamentale che esprime la capacità del soggetto di trasformare con le necessarie conoscenze la realtà e l’esperienza. Il contesto riguarda il rapporto tra l’ambiente, la sicurezza e la salute, in base alla valutazione del rischio, all’impatto ambientale e alle situazioni di pericolo, alla sensibilizzazione sociale: la sicurezza per l’individuo e la collettività. All’interno dovranno essere affrontati: la valutazione dei comportamenti, l’analisi dei processi, la progettazione-realizzazione-valutazione del miglioramento e la comunicazione; un percorso per sviluppare la consapevolezza dello studente, riconosciuta come meta-competenza per vivere le varie situazioni di rischio reale o potenziale, al fine di creare il vero valore e la giusta attenzione al tema della prevenzione nel campo della salute e della sicurezza, nel rispetto e nella tutela dell’ambiente.

Si tratta di saper valutare i fatti e le situazioni che si verificano nei luoghi di lavoro nell’ottica della percezione del rischio (documento di valutazione dei rischi), le conoscenze necessarie alle figure professionali al variare della complessità (definizione di regole per la prevenzione e di un piano di emergenza); analizzare le fasi del processo produttivo al variare della complessità e acquisire le conoscenze necessarie per un’azione di miglioramento (verifica in itinere delle condizioni di sicurezza per il miglioramento continuo e misurazione dei risultati). Fornire informazioni relative a rischi specifici nel campo della produzione o dei servizi (progetto aziendale di comunicazione per la sicurezza).

La cultura della sicurezza è un valore organizzativo universale, che si genera attraverso la valorizzazione costante e condivisa dell’esperienza di tutte le persone che contribuiscono alla vita dell’organizzazione.

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