Educare al tempo del terrorismo/3. L’impegno deve essere di tutti gli insegnanti

Il rilancio fatto da TreeLLLe di una ‘materia’ con contenuti, orario e docente ad hoc, è stato apprezzato dal pedagogista Luciano Corradini, che si è a lungo battuto per questa causa, come ha ricordato in un articolo pubblicato da Tuttoscuola.com (http://tuttoscuola.com/cgi-local/disp.cgi?ID=38185).

Ma sull’ipotesi di fare dell’educazione civica/civile una specifica materia sono ripartite obiezioni – certo non nuove – riguardanti il sovraccarico curricolare cui gli alunni sarebbero sottoposti. Un lettore  di Tuttoscuola.com, commentando l’intervento di Corradini, ha scritto: “Gli studenti sono oberati dalle troppe materie … andrebbero accorpate e diminuite nel numero, non è possibile che esistano materie a due ore la settimana...”.

C’è da chiedersi come mai questa obiezione venga sollevata proprio ora e proprio per questa proposta, che in qualche modo si fa carico del problema di come ‘educare’ e non solo ‘istruire’ gli studenti in una società sempre più multietnica, multiculturale e multireligiosa.

Caso mai andrebbero discusse e approfondite le obiezioni sulla ‘curricolarizzazione’ di questo insegnamento, per non fargli fare la fine ingloriosa (dal punto di vista didattico) di tante altre ‘materie a due ore la settimana’ che non hanno lasciato traccia nella formazione di tanti giovani. L’educazione alla global citizenship al tempo del terrorismo è troppo importante per farne qualcosa di cui si debba occupare e preoccupare un solo insegnante.

Un’azione di coordinamento può essere svolta da un singolo insegnante membro del Consiglio di classe, ma l’educazione alla Cittadinanza del mondo deve diventare un obiettivo primario di tutta la comunità educante, permeare tutti gli insegnamenti e apprendimenti perché – come chi ha esperienza di scuola sa bene – non c’è nessuna ‘materia’ che non possa essere collegata ai fatti epocali che contrassegnano il nostro tempo, dal terrorismo suicida alle catastrofi ambientali alla morte per fame di intere popolazioni. E non c’è nessuna materia che non implichi la valutazione del comportamento dello studente, della sua capacità di collaborare e rispettare il ruolo e l’opinione degli altri, che è a fondamento della convivenza civile.

Offriamo una ipotesi alla discussione: la sostituzione del reperto storico del ‘voto di condotta’ con la valutazione collegiale (anche non numerica) del livello di global citizenship progressivamente raggiunto dallo studente. Il tema è talmente importante che il Consiglio di classe potrebbe anche dedicare ad esso apposite sedute nel corso dell’anno, che preparino e diano nuovo senso e valore alla valutazione periodica e finale fatta in sede di scrutinio.