Edilizia/2: molto resta da fare e il piano straordinario si blocca

Il quadro sopra descritto evidenzia che, un anno dopo il terremoto del Molise e la terribile fine delle giovani vittime della scuola di San Giuliano, resta ancora molto da fare da parte dei Comuni (che hanno competenza sulle 36.992 scuole dell’infanzia, elementari e medie) e delle Province (che hanno competenza sui 4.876 edifici degli istituti superiori).
Le situazioni precarie potrebbero trovare definitiva soluzione con il piano straordinario previsto dal comma 21 dell’art. 80 della legge 289/2002 (Finanziaria 2003) per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, con particolare riferimento a quelle che insistono sul territorio delle zone definite a rischio sismico.
Il piano straordinario – i cui destinatari delle risorse del piano straordinario, in ragione delle competenze attribuite, sono i comuni e le province – doveva essere presentato al CIPE dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il Ministero dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca entro 90 giorni dall’approvazione della legge (e cioè entro fine marzo 2003).
Ebbene, a distanza di ben cinque mesi dalla scadenza del termine, il piano formulato dal MIUR è stato inoltrato al dicastero delle infrastrutture, ma al momento sembra che abbia poche o nessuna possibilità di essere finanziato in quanto non sussisterebbero le condizioni per inserirlo nel novero delle infrastrutture pubbliche e private da realizzare per la modernizzazione e lo sviluppo del Paese.