Edilizia scolastica/2. Migliorare la qualità acustica delle scuole

In una lettera aperta indirizzata al presidente del Consiglio Renzi l’AIA (Associazione italiana di Acustica), che si avvale anche della collaborazione di un gruppo di lavoro del Politecnico di Torino e del CNR, sottolinea che  “oltre alle innegabili problematiche dal punto di vista della sicurezza, il nostro patrimonio edilizio scolastico ha, però, anche carenze profonde nella qualità acustica degli ambienti e ciò influisce sull’ascolto, sull’apprendimento e sul comportamento, oltre che sulla stessa salute dei docenti e degli allievi”.

Per questo motivo l’AIA sollecita “un impegno forte sull’adeguamento acustico degli edifici scolastici, mettendo a disposizione le proprie competenze scientifiche e tecniche per supportare questa azione”. Sono infatti moltissime le aule scolastiche che non sono isolate acusticamente e non sono arredate con materiali fonoassorbenti (controsoffitti, pannelli).

La conseguenza, come segnala l’Associazione, è che “in una situazione di esposizione cronica ad alti rumori ambientali provenienti dall’esterno (rumore aeroportuale, rumore da traffico veicolare, ferroviario, ecc.) o dalle aule limitrofe e dai corridoi, l’analisi delle prestazioni dei bambini su compiti di accuratezza (ad esempio riconoscimento di parole o test di apprendimento standard) ha messo in luce la presenza di effetti negativi sulla memoria e sulle capacità di lettura, così come una riduzione dell’attenzione e della motivazione”. Fenomeni che sono ormai oggetto di una vasta e documentata letteratura scientifica.

Nei giorni scorsi il presidente Renzi ha fatto propria l’idea, lanciata dall’architetto e senatore a vita Renzo Piano, di adottare la strategia del “rammendo” per migliorare la qualità degli edifici scolastici italiani. Ci sembra che tra i rammendi necessari ci sia anche quello della qualità acustica delle aule e dei locali più rumorosi come le mense e le palestre, a partire da quelle delle scuole dell’infanzia e primarie.