Tuttoscuola: Turismo scolastico

Echi millenari: con i tuoi alunni a Erice tra mitologia, storia e scienza

Erice è uno dei borghi più belli e suggestivi del mondo. Antica di millenni, nelle sue stradine di acciottolato stupendamente geometrico si respira la storia. Al centro del Mediterraneo, su una montagna a picco su Trapani e spesso avvolta dalle nuvole, dalla sua vetta si vedono la Sicilia, per decine di chilometri, le isole Egadi e l’isola di Ustica. Centro del Mediterraneo, nell’antichità marinai e pellegrini impiegavano anche un giorno di cammino per raggiungerla. Oggi ci si arriva attraverso strade fascinose o una comoda e panoramica funivia.

Oltre che essere nota per l’enorme quantità di antiche chiese, consacrate o sconsacrate, dal 1963 Erice ospita la Fondazione Ettore Majorana, con i suoi musei e le sue strutture che hanno accolto da allora ben 158 Premi Nobel e dove tuttora si tengono corsi internazionali che ne fanno la capitale della scienza e della pace. Inoltre la Fondazione Erice Arte, nata per volontà del Comune di Erice, s’impegna in un’ampia gamma di attività culturali, educative, formative, didattiche e scientifiche, tutelando e promuovendo il territorio ericino, oltre a curare diversi siti.

Le origini di Erice sono legate al santuario a cielo aperto, il “thémenos“, eretto dagli Elimi nel IX a.C. Fu questo antico popolo, proveniente dall’Asia minore, a realizzare un tempio dedicato alla dea Tanit per i Punici, Astarte per i Fenici, Afrodite per i Greci, Venere per i Romani. Dalla Venere Ericina prende il nome il Castello (sec. XII) realizzato dai normanni sui resti dell’antico tempio. Il Castello di Venere, collegato alle Torri del Balio da un ponte levatoio, era sede dell’autorità regia.

Nell’area sottostante fu ritrovata una vasta quantità dei tantissimi doni che venivano portati al tempio dai popoli del Mediterraneo. Fu l’ericino Antonio Cordici (sec. XVI) a recuperarli, insieme a diverse monete. Nel 1876 venne istituito dal Comune di Erice il Polo Museale Cordici, arricchito dai reperti e dai beni preziosi appartenenti, in origine, ai vari monasteri. Dal 2011 è situato all’interno dell’ex convento dell’ordine minore di San Francesco, e ospita anche una sezione d’armi d’epoca garibaldina e risorgimentale e uno spazio espositivo per mostre temporanee. Tra le sue raccolte spicca la “testina di Afrodite” (sec. IV a.C.) e un gruppo scultoreo del Gagini, “Annunciazione” (sec. XVI). D’installazione recente è la “Venere immersiva”, un’esperienza interattiva che narra la storia di Erice.

Altro collezionista locale fu il Conte Agostino Pepoli, mecenate, che nel 1872, dopo un’opera di restauro delle Torri del Balio, realizzò il grande giardino omonimo, situato nel parco “dei runzi” (dei rovi), oltre a una dependance in stile liberty, la Torretta Pepoli, oggi faro di pace del Mediterraneo. Pepoli voleva restaurare anche il Quartiere Spagnolo, ma il progetto non venne portato a compimento, come la caserma che avrebbe dovuto ospitare i soldati sotto il Regno di Spagna e che oggi contiene la sezione etnoantropologica del museo Cordici e la recente sezione multimediale “Erice: miti e leggende”.

Intimamente legato alla storia di Erice, alle sue tradizioni popolari e alle sue maestranze è il Presepe Monumentale, realizzato da artigiani locali, che ritrae scene classiche della natività e scorci di vita quotidiana della Sicilia del 1700. Il presepe riproduce una Erice in miniature e il meccanismo che permette ai vari personaggi di animarsi e prendere vita.

È possibile visitare tutte queste attrazioni, con un forte sconto, attraverso l’acquisto – on line su www.fondazioneericearte.org o nel paese – dell’EriceCard, che consente anche un notevole risparmio sulla funivia e acquisti con sconto in numerosi negozi e ristoranti. A proposito, passeggiando per le strade di Erice non ci si può negare la degustazione di una Genovese, tipico dolce locale nato in un convento e tramandato di generazione in generazione.

FONDAZIONE ERICE ARTE

https://www.fondazioneericearte.org
https://ettoremajoranafoundation.it

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