E se si risparmia ci sono due priorità

I risparmi derivanti dalle “razionalizzazioni” (ammesso che riescano nella misura sperata) non andranno comunque nelle casse del Tesoro. Serviranno per fare la riforma degli ordinamenti o per sostenere l’autonomia delle scuole? Pare di no, almeno per il primo punto. E’ lo stesso ministro Fioroni a dirlo. Le due priorità da lui indicate sono la soluzione del problema dei precari “storici” che da anni lavorano nella scuola, e la sicurezza degli edifici scolastici, dopo 50 anni di deroghe. Gli unici due temi per i quali intenderebbe trovare uno spazio nella Finanziaria, convogliandovi anche gli eventuali risparmi (altrimenti dovrebbe chiedere al ministro dell’Economia di prevedere in Finanziaria fondi totalmente aggiuntivi).
In cambio, Fioroni chiede ai sindacati di “comportarsi in modo serio, come peraltro stanno facendo” – ha aggiunto cautamente – “e di scadenzare su questi due obiettivi le altre richieste“. Altrimenti, ha concluso questa volta più aggressivamente, “c’è il rischio di fare sponda a chi non vuole che io sistemi i precari“.
I sindacati, per esempio, non dovrebbero contrastare le misure di riallineamento della spesa per supplenze tra le diverse Regioni o la dismissione del personale docente non utilizzato a scuola, o fare altre richieste che comportino lo sforamento del budget del Ministero.
Per ora dai sindacati non vengono segnali, se non di insistenza sulla bassa percentuale italiana di spesa pubblica per l’istruzione (4.7% contro il 5.1% europeo). Sarà così, probabilmente, fino al 26 settembre, data del già fissato incontro dei sindacati con il presidente Prodi.