E-learning per neo-docenti: luci e ombre all’Indire
La prima esperienza italiana di formazione a distanza (e-learning) per docenti della scuola statale è ormai arrivata all’ultimo mese di attività.
Nata con il proposito del ministero dell’Istruzione di tentare una piccola rivoluzione formativa con l’utilizzo di tecnologie telematiche per i 62 mila insegnanti assunti in ruolo dal settembre scorso, ha dovuto accontentarsi di una soluzione intermedia e ridimensionata a causa di ragioni finanziarie e tecniche.
Il progetto iniziale prevedeva infatti l’assegnazione a ciascun docente in formazione di un pc portatile con il quale, oltre ad utilizzare produzioni informatiche predisposte, sarebbe stato possibile collegarsi con l’Indire di Firenze (ex BDP) per utilizzare documentazioni, conoscere esperienze, avvalersi di una classe virtuale e di laboratori, svolgere ricerche e collegarsi in rete, partecipare a forum.
I pc portatili non sono stati assegnati e i docenti hanno dovuto utilizzare computer propri o della scuola di appartenenza, mentre i collegamenti con l’Indire, anche a causa dell’elevato numero di docenti in formazione, hanno fatto registrare difficoltà tecniche, superate solamente da poche settimane (lo ha ricordato lo stesso ministero dell’Istruzione con nota 1628 del 12 aprile scorso).
Pur negli oggettivi limiti organizzativi e, forse, di risultato, indubbiamente migliorabili, questa sperimentazione va apprezzata per la nuova pista metodologica seguita. Per l’INDIRE si tratta di un difficile banco di prova che deve tra l’altro affrontare senza il Consiglio di Amministrazione, dimessosi il 22 marzo scorso su invito del MIUR e non ancora rinnovato (alla presidenza sembra ora destinata Stefania Fuscagni, vedi TuttoscuolaNEWS n. 48).
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