E il ministro disse: “aboliamo i libri di testo”

In un’intervista al quotidiano del suo partito, il “Secolo d’Italia”, il sottosegretario Maria Grazia Siliquini, di AN, fa un appello “a quanti hanno a cuore la difesa dell’identità nazionale e delle radici senza trascurare la modernizzazione”, e dice che occorre “mettere la quarta ‘i’ alla trilogia di Berlusconi, quella dell’italiano.
Parlando della riforma Moratti il sottosegretario dice che “abbiamo voluto e normato una scuola rispettosa del senso di appartenenza, della storia nazionale, della memoria”. Sembrerebbe una posizione rigida, incline a una visione autoritaria e centralizzata del ruolo della scuola, definita quasi durkheimianamente come “lo strumento privilegiato per veicolare i valori culturali, civili, umani e sociali”.
E invece no. Sulla fondamentale questione dei libri di testo, da sempre “strumento privilegiato” della formazione individuale e del radicamento sociale dei citati valori, la posizione del sottosegretario di AN è agli antipodi di una visione autoritario-centralistica, e giunge addirittura a teorizzare una sorta di capovolgimento dei ruoli tra docenti e allievi. “Penso a una pluralità di testi fra cui i ragazzi possano scegliere di studiare e confrontarsi in aula”.
Ma una insidia neoautoritaria forse c’è: che ne sarebbe, nella prospettiva delineata dal sottosegretario, della libertà di insegnamento, alla quale la scelta del libro di testo è così strettamente legata?
Eppure la posizione del sottosegretario è corroborata e addirittura scavalcata a destra da un altro autorevole membro del governo Berlusconi, il ministro delle Comunicazioni Gasparri, che al convegno promosso da Azione studentesca ha sostenuto testualmente, come riportato dall’Ansa: ”L’abolizione del libro di testo è un fatto di civiltà”. ”Sosteniamo questa tesi da decenni – ha detto Gasparri – dobbiamo superare una cultura che finora è stata di parte. È importante per gli studenti essere preparati, ma ribadiamo la libertà delle fonti di conoscenza”. Il ministro Moratti, presente al convegno, ha preferito glissare sull’argomento, senza rilasciare dichiarazioni.