
Dopo le elezioni/2. Primi nomi per il MIUR
La complessa coda di polemiche che sta accompagnando l’esito delle elezioni politiche del 9 e 10 aprile non ha bloccato il tradizionale totoministri di inizio legislatura, che peraltro deve tener conto sia dei rapporti di forza all’interno dell’Unione che dell’intenzione del suo leader Prodi di scegliere i ministri in perfetta autonomia.
Romano Prodi è però di fatto costretto a muoversi all’interno di una serie di vincoli, che nel delicato settore della politica scolastica si potrebbero così riassumere: la scelta dovrebbe cadere su un ministro politico, non quindi su un tecnico, capace di mediare a sinistra e anche a destra; non può essere un esponente dell’ala abrogazionista dell’Unione (PRC, Comunisti italiani, Verdi), né di quella laica meno gradita alla Chiesa e ai cattolici moderati (Rosa nel pugno); molti si aspettano che sia un cattolico.
I nomi che rispondono a queste caratteristiche, e che hanno cominciato a circolare già da prima delle elezioni, sono soprattutto quelli di esponenti della Margherita: Pierluigi Castagnetti (soprattutto prima del 9-10 aprile), Enrico Letta e Rosy Bindi (se non tornerà al ministero della Salute), ma si parla anche di Albertina Soliani, già sottosegretario al MIUR col ministro Berlinguer. Tra i diessini la più quotata è Livia Turco, mentre tra i politici più vicini a Prodi qualche chance potrebbe averla Arturo Parisi. Come si nota, si tratta in ogni caso di esponenti dell’Ulivo. Fuori di quest’area si deve tener conto della (auto)candidatura di Clemente Mastella.
Al di fuori del circuito dei politici i nomi più gettonati sono quelli di due intellettuali di spicco, uno più vicino alla Margherita, Massimo Cacciari, l’altro più gradito ai DS e alla sinistra del centro-sinistra, Umberto Eco.
Per gli amanti del toto-ministri, da segnalare il gioco on line “Fantagoverno” proposto dall’Espresso. Per la cronaca, per il Miur al momento è in testa la diessina Melandri (15% dei voti), seguita dal segretario dei Comunisti italiani Diliberto (12%), poi la Bonino (9%). Ha ricevuto voti anche Luciana Sbarbati dei Repubblicani europei (3%), già direttrice di scuola materna.
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