Dopo la Conferenza unificata, anche il Cnpi critica il regolamento sul I ciclo

Tre mesi fa, in una sua prima pronuncia sulle leggi Gelmini e sul piano programmatico di attuazione, il Consiglio nazionale della pubblica istruzione (Cnpi) aveva espresso “fermo dissenso e viva preoccupazione sulle scelte operate che, se confermate, comportano … una destrutturazione del sistema scolastico pubblico ed una netta riduzione quantitativa e qualitativa dell’offerta formativa“.

Di fronte al regolamento di attuazione per il I ciclo, il Cnpi non ha modificato il proprio giudizio e nella seduta del 12 febbraio ha unanimemente valutato con severità le linee operative delineate dal ministero, argomentando nel dettaglio le proprie osservazioni critiche.

Con riferimento specifico alla scuola primaria, il Cnpi osserva “come il Regolamento, nel prospettare un’ampia offerta di tempi scuola, possa alimentare nelle famiglie aspettative che, in assenza di congrue e correlate risorse, potranno difficilmente essere soddisfatte mettendo la scuola nella difficile situazione di dover ri-orientare le scelte e riorganizzare l’offerta“.

Dopo aver esaminato i diversi aspetti del regolamento con riferimento ai tre settori scolastici interessati (infanzia, primaria e secondaria di I grado), il Cnpi conclude con un giudizio finale complessivo molto critico, affermando che “Il CNPI critica fortemente la scelta di fondo sottesa al Regolamento in quanto non coerente con le prerogative delle istituzioni scolastiche autonome, lese sui principi che regolano l’autonomia didattica, organizzativa, di ricerca, di sperimentazione e sviluppo secondo quanto disposto dal dPR 275/99.”

Secca la replica con un comunicato del Miur: il Cnpi “da tempo invece di operare come organismo consultivo e tecnico del ministero, qual è, fa politica e sindacalismo“. Non solo. “Da anni boccia qualsiasi ipotesi di riforma ed è ormai diventato il difensore dello status quo. Anche stavolta ha dimostrato di essere contrario a qualsiasi forma di cambiamento della scuola italiana“.