Don Milani, 100 anni dopo. La scuola come strumento di riscatto

“La voce e il silenzio, la veste e la radice, il colore e il dolore, la fede e la solitudine, la violenza e la durezza, l’amore e l’ira che rendono unica la vita di M. sono rimasti intatti. Stagioni che si credevano epoche si frappongono a ritmo continuo fra il presente e il nostro. I decenni girano le pagine: ma tutto di lui resta integro.”1

Come scrive Melloni, a distanza di decenni e nel transitare di diverse epoche, “tutto di lui resta integro”, a cento anni dalla sua nascita. E resta integra e attuale la lezione che da Barbiana arriva, fresca e chiara, fino a noi. Don Milani raccoglie, nella sua scuola di montagna, gli ‘scarti’, quelli che il sistema scolastico ha bocciato, gli ultimi. Perché la scuola pubblica li ha respinti? Perché non sono riusciti a rispondere alle richieste di un programma standardizzato e non hanno saputo trarre profitto da lezioni lontane dalla loro vita.

Sono stati scartati da una scuola che è come “un ospedale che cura i sani e fa morire gli ammalati”, una scuola pensata “per chi la scuola la ha in casa”, incapace di accogliere, includere, promuovere e far crescere l’umanità di tutti quelli che la frequentano. Il voto è lo strumento utilizzato per quello che una scuola cosìsa fare molto bene: selezionare. Via via il percorso scolastico diventa un sentiero sempre più stretto, ma, a differenza di quanto dice il Vangelo, non sono i poveri ma i ricchi a passare per la cruna dell’ago della selezione.

Agli scartati dalla scuola, don Milani propone la scuola come strumento di riscatto, ma una scuola diversa, alternativa. Non una scuola facile e accomodante, ma esigente, da viversi in un apprendistato faticoso, ma pur sempre meno duro che lo stare a sgobbare dall’alba al tramonto, da sfruttati, riproducendo un ciclo di miseria che sembra impossibile spezzare, fatto di ignoranza e dipendenza, senza potere e senza speranze. Il capovolgimento di visione pedagogica si vede dall’attenzione data agli ultimi, dalla capacità di fare dalla pietra di scarto la pietra angolare di una scuola nuova, della quale non ‘gli ultimi’, ma tutti hanno bisogno.

La scuola di Barbiana dimostra con i fatti che una scuola può essere, allo stesso tempo, accogliente ed esigente, perché il segreto sta nell’essere significativa, capace di dare un orizzonte di senso, una motivazione profonda.

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1. A. Melloni, Don Lorenzo Milani. Tutte le opere, Tomo primo, Mondadori 2017, p. 29

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