
Docenti precari: sull’aggiornamento del loro numero il Portale Unico del MIM tace

Le rivendicazioni sindacali sull’occupazione nel settore privato ultimamente si sono un po’ attenuate, in quanto gli ultimi dati ISTAT, sottolineati anche da Confindustria, hanno registrato un aumento significativo del numero degli occupati, sia con contratto a tempo indeterminato che determinato. Nel settore pubblico il problema dell’occupazione ha una connotazione diversa, caratterizzata, in particolare per la scuola, non tanto dalla quantità quanto soprattutto dalla qualità, determinata, quest’ultima, dall’elevato e crescente tasso di precarietà registrato fino all’anno scolastico 2022-23. Insomma il datore di lavoro Stato spinge sulla leva del precariato, forse in parte perché non crede che avrà bisogno nel lungo termine di quei lavoratori (ma in questo è smentito dai dati, che indicano che il fabbisogno è stabile e costante), e certamente per risparmiare (due mesi in meno di stipendi e minori contributi).
Il riferimento all’anno scolastico 2022-23 riveste una certa importanza, in quanto i dati, relativi a quell’anno e riportati sul Portale Unico del MIM, precedono di fatto la gestione dell’attuale ministro Valditara, subentrato ad anno scolastico già avviato e con quasi tutti i contratti a tempo determinato pressoché definiti per quell’anno.
Invece, non si conoscono ancora i dati completi del primo anno di gestione Valditara (2023-24), relativi ai livelli di precariato (contratti a tempo determinato del personale docente e ATA) per i quali lo stesso ministro, nel comunicato seguito all’incontro con i sindacati dell’8 ottobre 2024, aveva quantificato in 160.564 docenti supplenti, precisando che il dato era riferito esclusivamente a contratti di docenti su cattedre a orario settimanale pieno (18 ore nella secondaria, 25-24 ore nell’infanzia e primaria), ma tacendo sul numero dei contratti a tempo determinato con orario di cattedra parziale.
Sono trascorsi oltre sette mesi da quel comunicato dell’8 ottobre scorso quando tutti i dati dei supplenti del 2023-24 sembravano già definiti e pubblicabili, ma, mentre l’anno scolastico volge al termine, il Portale continua a rimanere muto.
Si può, comunque, stimare con attendibilità anche il numero dei contratti con orario di cattedra ridotto che, se pur non menzionati nel comunicato ministeriale, sono stati attivati in quantità non indifferente.
Infatti, il comunicato ministeriale precisava anche che il numero dei contratti a orario cattedra completo nell’anno precedente (2022-23) era stato pressoché uguale: 160.562.
Poiché per quell’anno 2022-23 il Portale dati aveva quantificato ufficialmente in 234.576 il numero complessivo dei contratti a tempo determinato, per differenza è possibile quantificare il numero di quelli a orario ridotto: 74.014.
Conseguentemente, si può stimare che nell’anno 2023-24, per il quale il ministro ha fornito soltanto il numero delle supplenze a orario pieno (160.564), il numero complessivo dei docenti supplenti sia stato pari a 234.580, di cui 74.016 a orario ridotto.
Se così fosse, il numero di docenti precari sarebbe rimasto ai livelli record del 2022-23. Sarà per questo che il Ministero non li rende noti? Nel frattempo l’opinione pubblica ha diritto di conoscere anche i dati relativi al 2024-25.
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