Distretti scolastici, un destino segnato?

E’ capitato perfino che la sede di un Distretto scolastico sia stata vandalizzata, e che nessuno si sia preoccupato di rimetterla in ordine: non è stato ripristinato nemmeno il telefono. E’ solo uno dei tanti episodi citati nel corso del convegno nazionale dei Distretti scolastici svoltosi a Roma lo scorso 11 aprile per iniziativa del Distretto n. 9 (Roma centro).

Il convegno era stato organizzato anche per presentare un interessante e innovativo progetto di formazione di competenze in campo musicale, denominato “Sound’s good”, gestito dallo stesso Distretto, ma l’attenzione dei presenti (erano rappresentati una decina di Distretti di varie Regioni) si è inevitabilmente concentrata sul destino di questa istituzione-simbolo della stagione della partecipazione, inaugurata dai Decreti delegati del 1974.

Un destino segnato, o se si vuole un futuro a rischio: il decreto legislativo n. 233 del 1999 ne ha decretato la sostituzione con un nuovo organismo, il Consiglio scolastico locale (la cui effettiva costituzione è stata però più volte rinviata). Inoltre la Finanziaria 2003 ha tagliato i 700 posti degli assistenti amministrativi che hanno assicurato finora il funzionamento amministrativo dei Distretti. Cosa accadrà con il prossimo anno scolastico?

Il prossimo 1 settembre i Distretti continueranno ad esistere come istituzioni perché un decreto legge (n. 411 del 23 novembre 2001) li ha mantenuti in vita “fino alla costituzione dei nuovi organi collegiali locali e regionali e del Consiglio superiore della pubblica istruzione”. Ma nessuno di questi organi è stato ancora costituito, e d’altra parte il ritorno a scuola o nei CSA dei 700 assistenti amministrativi priverà i Distretti del sia pur esile supporto tecnico che ne aveva finora assicurato il funzionamento, in alcuni casi con ottimi risultati. Una situazione da teatro dell’assurdo, creata dal ritardo con il quale procede la riforma degli organi collegiali territoriali, mentre anche la riforma degli organi a livello di scuola è ferma in Parlamento da anni.