
Dispersione nel Mezzogiorno al 21,3%
Il Mezzogiorno nel suo insieme ha un tasso di dispersione scolastica del 21,2%, di 3 punti percentuali superiore al dato nazionale, eppure la spesa pubblica per istruzione e formazione è decisamente più alta nelle regioni del Mezzogiorno che in quelle del Nord.
I dati sono emersi ieri a Bari nell’incontro ‘Cultura e Mezzogiorno. Una nuova strategia per il Paese’ promosso da Federculture e dall’Università degli studi di Bari e al quale hanno partecipato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il ministro della Cultura, Massimo Bray.
Dall’incontro è emerso che seppure in progressivo calo il tasso di dispersione scolastica in Italia è ancora al 18,2%, tra i più alti d’Europa (peggio di noi solo Spagna, Portogallo e Malta). Tra le regioni, i valori più alti di abbandono sono quelli di Sardegna (25,1%), Sicilia (25,0%), Valle d’Aosta (22,4%) e Campania (22,0%).
Il Sud presenta comunque un’offerta formativa molto ricca, soprattutto per quanto riguarda quella universitaria: ci sono ben 24 atenei. Inoltre, il Meridione ospita 20 Conservatori di Musica e 18 Accademie di Belle Arti. Nonostante questo, la quota di laureati tra la popolazione adulta (30-34 anni) è inferiore nel Mezzogiorno (16,4%) alla media nazionale (20,3) e in regioni come la Campania scende addirittura sotto il 15%.
Drammatico – è stato spiegato – il dato dei Neet nelle regioni del Sud: i giovani che non studiano e non lavorano sono il 32% contro il 22,7% della media nazionale e tra le donne la percentuale sale al 34% e in alcune Regioni, come la Calabria tocca addirittura il 35,7% e per le donne il 40%. Drammatici anche i dati sulla nuova emigrazione dal Sud: nel 2011 si sono trasferiti al Centro-Nord 114mila persone. Tra gli under 35 in 50mila, sempre nel 2011, dal Meridione sono partiti per l’estero, 10mila in più rispetto al 2010.
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