Disegniamo la Privacy del Futuro nelle scuole: le prospettive del Legal Design viste con gli studenti

Ogni giorno le persone, sia come individui e famiglie sia come imprese, sono “costrette” a interfacciarsi con contratti, documenti e procedure legali spesso senza avere le competenze adeguate a ‘navigare’ questi sistemi. In molti Paesi, la difficoltà della burocrazia e del linguaggio giuridico mette spesso in difficoltà i cittadini provocando un senso d’inadeguatezza nei confronti del sistema legale ma anche la sensazione di non avere il pieno controllo della propria situazione. In risposta a questo fenomeno diffuso, alcuni ricercatori hanno iniziato a discutere di come il sistema legale potrebbe essere ripensato in termini di linguaggio e di strumenti attraverso l’approccio del design. La disciplina che cerca di rispondere a questa domanda è stata chiamata ‘Legal Design’ e si prefigge l’obiettivo di avvicinare il mondo legale alle persone che non hanno formazione o esperienza in tema giuridico. In termini generali, Legal Design si ispira ai concetti di Design Thinking e User Experience (UX): l’intento è di mantenere un approccio che pone le persone al centro della progettazione e dell’erogazione dei servizi anche nel mondo giuridico per rendere l’esperienza-utente più intuitiva, fruibile e inclusiva. Con lo scopo di illustrare in maniera interattiva ad un pubblico ampio esempi di documenti legali per evidenziare tutti i testi e le espressioni che il comune cittadino può trovare difficili da comprendere, nasce l’iniziativa Disegniamo la Privacy del Futuro’.

Questo perché non solo una forma grafica e visiva resa più efficace in termini di Visual Law aiuta a comprendere il contenuto di un testo legale ma può aiutare anche la comprensione di un processo giuridico. In sostanza, l’obiettivo è rendere i cittadini più consapevoli con norme e procedure ben progettate in termini di “Proactive law” ovvero la formazione delle persone e la produzione di documenti che siano semplici, chiari ma soprattutto attrattivi nei confronti dei destinatari.

Contratti e documenti giuridici più chiari e comprensibili, anche con l’aiuto di grafici e altri strumenti di visualizzazione, intendono quindi mettere al centro le persone che chiedono l’intervento della legge per aiutarle a risolvere i problemi, prevenendo i conflitti. E in tutti i Paesi il legal design potrebbe contribuire molto più in generale a una gestione efficace, snella e trasparente della giustizia, tenendo presente gli incessanti sviluppi tecnologici e utilizzando quindi nuovi strumenti sempre al passo coi tempi.

In sintesi, appaiono elevate e sostanziali le potenzialità del legal design, a partire dalla semplificazione del linguaggio, alla riprogettazione dei contratti, fino alla semplificazione dei procedimenti per i cittadini e alla usabilità effettiva, oltre che percepita. 

Tutto ciò a maggior ragione per i soggetti più deboli, tra i quali le persone diversamente abili, a favore dei quali sono intuibili i benefici in termini di accessibilità vera e propria, sia cd. “passiva”, come ad es. l’effettività della tutela relativa alla messa in rete dei dati, ma soprattutto ATTIVA, cioè quella grazie alla quale le persone vengano ad essere messe in condizione reale di conoscere i propri diritti e di poterli esercitare in pratica come previsto dalle norme.

L’obiettivo del Legal Design è quindi fornire servizi realmente incentrati sull’utente/cliente, cioè su misura per le esigenze cognitive sia espresse che nascoste attraverso una comunicazione chiara, continua e trasparente. I cittadini percepiscono la necessità di semplificare la visualizzazione anche quando si trovano ad utilizzare servizi digitali, in particolare quando si trovano di fronte a lunghe pagine di termini e condizioni che riguardano la privacy.

Si avverte netta l’esigenza, a partire dall’analisi dei testi di alcuni moduli (ad es. “informativa sull’utilizzo dei dati personali” e consenso privacy per varie attività, sia on line che nel mondo “fisico”), di “tradurre” le richieste – quasi sempre percepite sia dagli estensori che dagli utilizzatori come burocratiche o poco più –  in domande più semplici per il cittadino adattandosi anche al livello di comprensione della lingua dell’utente. E’ quindi altamente auspicabile una partecipazione dialogica con i cittadini, ognuno dei quali ha a che fare ogni giorno con modulistica privacy, anche e soprattutto per attività web.

Per questo, sulla scia delle novità GDPR, si sta sperimentando come i vantaggi del sapere comunicare e coinvolgere in maniera efficace il cittadino by design e by default, cioè in pratica già dalla progettazione, potranno rivelarsi la chiave giusta affinché i documenti legali che incontra nella vita di ogni giorno possano finalmente trasmettergli trasparenza e senso di controllo della situazione molto più sostanziali ma anche nettamente e immediatamente percepibili.

In quest’ottica, l’iniziativa  ‘Disegniamo la Privacy del Futuro’, recante il patrocinio di due realtà scientifiche molto importanti quali il Centro di ricerca di diritto privato europeo/Research Centre of European Private Law – ReCEPL, e l’Associazione laureati Suor Orsola Benincasa – ALSOB,  ha partecipato con grande successo alla XXXIII edizione di FUTURO REMOTO 2019, ESSERE 4.0, tenutasi a Napoli presso Città della Scienza. Ecco il link: http://www.cittadellascienza.it/futuroremoto/legal-design-e-visual-law-applicati-a-documenti-privacy-disegniamo-la-privacy-del-futuro/

Per la prima volta in Italia un team di professionisti ed esperti – tutti Master Data Protection Officer & Privacy Law dopo aver conseguito brillantemente il titolo presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa – ha provveduto ad illustrare in maniera interattiva ad un pubblico ampio esempi di documenti legali con lo scopo di evidenziare tutti i testi e le espressioni che il comune cittadino  può trovare difficili da comprendere. Sono stati quindi mostrati dei “prototipi” di documenti  ridisegnati e ripresentati, attraverso tecniche visual , arricchiti da illustrazioni, schemi e icone più intuitive per l’utente.

Il grande successo dell’iniziativa ha dato modo di evidenziare come la nuova progettazione non sia solo grafica ma riduca all’essenziale le informazioni da comunicare e le veicoli in modo intuitivo e immediato in maniera da non scoraggiare, anzi favorire la lettura e la comprensione dei propri diritti e delle modalità per esercitarli in concreto.

Come si vede, la natura e l’impostazione del nostro progetto ci portano ad essere particolarmente vicini al mondo della formazione e della cultura che sono senz’altro tra gli stakeholder principali. La tutela dei dati personali e della privacy costituisce infatti un tema di strettissima attualità per tutti gli utenti, a partire dai giovani, destinati ad entrare presto – quando non lo sono già – nel novero dei “soggetti passivi” cioè dei “contraenti più deboli” in un qualsiasi tipo di contratto con enti e aziende che producono e utilizzano documenti scritti in “legalese”, in cui molti cavilli non si capiscono e vengono molto spesso percepiti come sorgente di preoccupazione o rassegnazione e fonti di possibili arbitrii, anche e soprattutto online.

Per questo è in fase di lancio la dissemination dell’iniziativa, onde interagire con istituzioni scolastiche e formative che vogliano seguire insieme a noi un percorso assolutamente innovativo per avvicinarci alla complessità attraverso la multidisciplinarietà e la “contaminazione” fra discipline diverse, quali diritto della data protection, design thinking, user engagement, sistemi e procedure gestionali per privacy e security.

La fase successiva prevede l’organizzazione di startup – che presto saranno quindi alla ricerca di giovani esperti di coding, grafica e design – con competenze multidisciplinari da impegnare sulla progettazione e realizzazione di prodotti e servizi fortemente innovativi, che cerchino di massimizzare l’esperienza utente in campi, come quello giuridico, nei quali la “trasformazione digitale” è, nel nostro Paese, appena agli inizi.