DiSAL: una rondine può far primavera…

Un comunicato dell’associazione DiSAL auspica il rapido varo delle ordinanze ministeriali previste dal Decreto legge n.22/2020 per la gestione della conclusione dell’anno scolastico ma sottolinea in primo luogo, in un passaggio che richiamiamo anche nella notizia di apertura della nostra Newsletter di questa settimana, “la necessità di sviluppare modelli di insegnamento/apprendimento innovativi e all’altezza della sfida formativa del XXI secolo”. Ecco il testo completo del documento DiSAL.

       «II Decreto Legge n. 22/2020 disegna le linee per la gestione della conclusione dell’anno scolastico lasciando, però, aperte molte questioni che, si auspica, le previste ordinanze ministeriali definiscano al più presto per consentire ai dirigenti scolastici e docenti di valorizzare il molto lavoro svolto in questi mesi di emergenza e di valutare il percorso di apprendimento di ciascuno studente. 

Il Decreto contiene, tuttavia, anche alcuni aspetti che possono diventare spunti da tenere in considerazione per avviare un modello di scuola più rispondente alle attese dei tempi. Eccone alcuni.

  • Didattica integrata – Il Decreto stabilisce l’obbligatorietà della didattica a distanza come modalità per garantire agli studenti il diritto all’istruzione in tempo di emergenza. E’ il riconoscimento di un processo avviatosi spontaneamente in questi tempi che rilancia per il futuro non solo il tema della formazione dei docenti nelle competenze informatiche, ma la necessità di sviluppare modelli di insegnamento/apprendimento innovativi e all’altezza della sfida formativa del XXI secolo. 
  • Corresponsabilità – Il Decreto demanda al Consiglio di classe il compito di deliberare l’ammissione degli alunni alle classi successive ed agli esami: uno spazio dato al valore della corresponsabilità educativa che la situazione di emergenza ha rivitalizzato e che ha guidato, in questi mesi, il confronto sulle progettazioni e metodologie da attuare e la condivisione dei criteri con cui valutare il percorso di apprendimento degli studenti. 
  • Valutazione – Il Decreto scuola prevede che le ordinanze definiscano i requisiti di ammissione alla classe successiva per le scuole secondarie tenendo conto “del possibile recupero degli apprendimenti”, “del processo formativo e dei risultati di apprendimento conseguiti sulla base della programmazione svolta”. Si apre alla possibilità che gli scrutini finali diventino momenti in cui i team formativi verifichino in quale grado la progettazione didattica sia stata impostata su valutazioni perl’apprendimento, ricche, cioè, di modalità che abbiano consapevolmente osservato il processo di apprendimento e di autoapprendimento dell’alunno valorizzandone percorsi, progressi e risultati.
  • Esami di stato – Il Decreto preludea modalità semplificate di svolgimento delle prove conclusive dei cicli scolastici. “Il mito del valore legale del diploma scolastico è davvero insostituibile?” si chiedeva L. Einaudi già nel 1955. La norma, emanata per la gestione dell’emergenza, potrebbe costituire un precedente in materia di esami conclusivi per riaprire un confronto sul valore legale del titolo di studio che porti ad ideare  forme nuove di certificazione al termine dei cicli scolastici.
  • Raccordo tra saperi ed esperienza – Il Decreto conferma l’accertamento delle esperienze maturate nei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento in sede di colloquio d’esame di II ciclo: una conferma che va rilevata con favore, perché riconosce il valore del raccordo tra saperi ed esperienza. La prospettiva dell’alleanza tra scuola e lavoro deve essere ulteriormente valorizzata e consolidata.

       Questi mesi hanno fatto emergere il valore della scuola come comunità generata da relazioni vive e consapevoli tra i diversi soggetti. E come ambito formativo capace di sperimentare processi di innovazione, nell’azione didattica, nell’organizzazione delle risorse (umane, tecnologiche, gestionali, finanziarie), nel rapporto con le famiglie e con i territori. Tante e ricche esperienze sul campo e, ora, qualche spunto normativo dai quali partire per impostare l’attesa fase di ripresa scolastica. 

        Una rondine, si sa, non fa primavera, ma è pur vero che non c’è una primavera senza un segno che la anticipi, anche piccolo come una rondine. 

       Sapremo, tutti insieme, sostenere i segni della intravista nuova ‘stagione’ della scuola?»