DiSAL sui 620 nuovi DS: meno di metà dell’opera…

Sulle 620 nuove nomine di dirigenti scolastici autorizzate dal MEF a ridosso dell’inizio del nuovo anno scolastico prende posiziond DiSAL: “Un ‘last minute’ – dichiara il presidente dell’Associazione Ezio Delfino – mai accaduto nella scuola che offre una boccata d’ossigeno al problema delle numerose scuole in reggenza (oltre 1600) che l’Associazione DiSAL da anni ha sollevato, nel silenzio generale di diversi sindacati, dei politici e della amministrazione scolastica”. Ma “un bottino a metà, dunque, che ridimensiona solo parzialmente l’emergenza reggenze che riguarda ancora 607 altri istituti distribuiti in tutta la penisola (a cui occorre sempre aggiungere la reggenza di altri 475 istituti sottodimensionati che resteranno senza direzione scolastica), come recita la stessa Nota della Ragioneria. Chi ben comincia… è (esattamente) a ..  meno di metà dell’opera!!”.

La decisione del Ministero, “da accogliere con favore, non spiega però, tuttavia“, prosegue la nota DiSAL, “come mai con lo stesso tempismo il Governo abbia emesso qualche settimana fa il provvedimento, di natura esattamente contraria, che ha bloccato le proroghe per i dirigenti anziani a fine servizio che avevano espressamente dichiarato la disponibilità a proseguire: una considerazione più attenta avrebbe potuto consentire una direzione stabile per altre ulteriori 180 scuole“.

L’Associazione fa notare che l'”infausto istituto delle reggenze” riguarderà ben 1078 scuole, anche a causa di un dimensionamento scolastico che, “ingigantendo le unità scolastiche fino a 1500-2000 alunni spesso suddivisi su più plessi e territori, ha portato il numero delle Istituzioni scolastiche autonome in Italia ad un numero di quasi la metà di quello francese, inglese e tedesco“.

Ne consegue – conclude il presidente Delfino –  che certa politica, certo sindacato ed una certa mentalità diffusa anche in chi si occupa di scuola porta sempre più la figura del dirigente scolastico ad assumere una funzione puramente amministrativa e burocratica, proprio in un momento in cui occorrerebbe un ‘presidio’  di governo delle singole istituzioni scolastiche responsabile, attento e protagonista di una direzione educativa e culturale, a servizio della libertà educativa dei docenti e delle famiglie”.