Dirigenza scolastica: serve un diverso modo di pensare e una nuova governance

L’autonomia scolastica, di rilevanza costituzionale, accentuando la responsabilità dei dirigenti scolastici, sia rispetto allo sviluppo locale del sistema formativo, sia rispetto all’efficienza dell’organizzazione in relazione alla capacità della scuola di rispondere ai bisogni sociali e di mercato, impone di ripensare, anche, il ruolo degli organi di governo delle scuole e della partecipazione alla gestione delle scuole. “È avvertita la necessità – ribadisce il Presidente dell’ANDIS Paolino Marotta –  di un rafforzamento della capacità decisionale della scuola con una distinzione tra livello d’indirizzo, livello tecnico-professionale, livello di controllo di processi”. La riconfigurazione delle funzioni della dirigenza, per il Presidente DISAL Ezio Delfino, “deve svilupparsi all’interno di un “cambio di sistema” che si realizza nei contesti territoriali, attraverso un complesso di relazioni orizzontali e di condivisione fuori da ogni rapporto gerarchico”.

Il dirigente, infatti, ha una responsabilità precisa nel governo del servizio formativo perché traduce gli stimoli culturali della società civile in piste formative, coagula risorse umane e finanziarie della scuola e del contesto sociale.

Questo quadro rafforza l’esigenza di una presenza autorevole di una dirigenza che sappia prendere rapidamente le decisioni necessarie, in un clima di partecipazione e di condivisione, senza rigide “verticalizzazioni” burocratiche.

Nel corso dei lavori è previsto sulle diverse problematiche un libero confronto con la partecipazione di rappresentanti delle Commissioni Istruzione di Camera e Senato, dei partiti politici, delle organizzazioni sindacali, professionali e sociali.