Dirigenti scolastici/2. Chi valuterà i risultati?

L’art. 27 dell’ipotesi di contratto, comma 1, dice che “al fine di sviluppare l’orientamento ai risultati, anche attraverso la valorizzazione della quota della retribuzione accessoria ad essi legata, al finanziamento della retribuzione di risultato per tutti i dirigenti scolastici sono destinate parte delle risorse complessive di cui all’art. 25, in misura non inferiore al 15% del totale delle disponibilità“.

Il restante 85% sarà invece utilizzato per la “retribuzione di posizione”, in buona parte fissa, uguale per tutti, e in parte variabile, legata comunque a parametri oggettivi. Quindi per il riconoscimento economico dei risultati realizzati dal singolo dirigente scolastico è stato previsto assai poco, e si deve ritenere che la soddisfazione manifestata dal commissario dell’ARAN Naddeo sia dovuta più alla (ri)affermazione del principio che alla consistenza delle risorse stanziate per questa voce.

Ma per poter assegnare ai dirigenti scolastici la retribuzione di risultato si dovrà necessariamente procedere alla valutazione della loro attività. Su questo punto il decreto legislativo 27 ottobre 2009 n. 150 (Brunetta) è chiarissimo, e non potrà più accadere, come è successo finora, che in mancanza di un sistema di valutazione dei risultati la relativa retribuzione venga distribuita a pioggia, uguale per tutti. Semplicemente, non sarà assegnata a nessuno, perché l’art. 3 comma 5 stabilisce che la  misurazione e la valutazione dell’attività dirigenziale sono “condizione necessaria per l’erogazione di premi legati al merito e alla performance“.

Quanto alla ripartizione, è anch’essa rigidamente disciplinata dal decreto 150. Ci saranno tre fasce: alla prima, di cui farà parte il 25% dei dirigenti scolastici, sarà assegnato il 50% delle risorse riservate alla retribuzione di risultato; alla seconda, nella quale sarà inserito il 50% dei DS, andrà il 50%, e alla terza, in cui entrerà il restante 25%, non andrà alcun compenso, salvo piccole compensazioni tra seconda e terza fascia definite in sede di contrattazione integrativa. Ma serve un sistema di valutazione: quello messo a punto fin nei minimi dettagli quattro anni fa (il “Sivadis”) è stato insabbiato, e le proposte dell’Invalsi, che ha messo a punto un nuovo modello (assai simile, peraltro, al precedente) per ora sono rimaste sulla carta.