Dirigenti scolastici: l’ultimatum del 30 settembre non piace all’Anp

Dopo aver atteso per una settimana dal ministro Moratti una risposta per il contratto dei dirigenti scolastici, avanzata nell’incontro del 12 settembre, i sindacati della scuola Cgil, Cisl, Uil e Snals hanno rotto gli indugi, ponendo un ultimatum: o entro il 30 settembre si riprendono le trattative o sarà sciopero il 16 ottobre. La data dell’ultimatum è stata scelta perché coincide con il termine ultimo per disdire il vecchio contratto, tre mesi prima della sua scadenza naturale (31 dicembre 2001).
Le trattative per il primo contratto dei dirigenti scolastici si sono interrotte nel maggio scorso, alla vigilia delle elezioni politiche.
Nel corso dell’estate erano corse voci, accreditate al ministro, di un possibile rilevante aumento per i dirigenti, poi la cosa era finita lì.
Il comunicato sindacale (www.cgilscuola.it, www.cislscuola.it, www.snals.it ), secco e perentorio, sembra lasciare poco spazio a mediazioni o rinvii.
Al comunicato ha replicato l’Associazione Nazionale Presidi (ANP) (www.anp.it), per niente d’accordo con la decisione di porre ultimatum, “un espediente che, sfruttando la legittima collera della categoria, cerca di convogliarla verso un obiettivo inconsistente, se non addirittura dannoso.”. L’ANP, dopo aver precisato che la scadenza del 30 settembre non ha alcun valore perché non può essere disdetto un contratto che ancora non esiste, critica aspramente gli altri sindacati per una serie di recenti comportamenti che sarebbero in netta contraddizione con la pretesa di difendere i dirigenti scolastici.