Diploma a 18 anni. Il quinto anno come ‘anno ponte’

Tra le ipotesi considerate nel seminario c’è stata anche quella di sperimentare l’utilizzazione dell’ultimo anno di scuola secondaria come anno ponte tra la scuola da una parte e l’istruzione superiore (universitaria e tecnica) e il mondo del lavoro dall’altra.

In questa ipotesi l’esame sarebbe sostenuto solo su due o tre materie scelte dal candidato (per le altre, con programma ridotto, basterebbe lo scrutinio di fine anno), ma a certe condizioni da concordare con le università e le imprese l’esito positivo dell’esame comporterebbe il riconoscimento al candidato di crediti universitari (CFU) o professionali (utili per esempio per l’accesso privilegiato allo stage o al lavoro).

I vantaggi di questa soluzione, prospettata da Orazio Niceforo, redattore di Tuttoscuola e moderatore del dibattito svoltosi nella seconda parte dell’incontro – ma ripresa con approcci e motivazioni diverse dai relatori più ‘sistemisti’ come la sociologa Luisa Ribolzi, componente dell’Anvur, e l’economista Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, e presa in considerazione anche da Paolo Ferratini, membro della commissione di studio ad hoc nominata dall’ex ministro Profumo  – sono molteplici: l’anno ponte legherebbe la scelta delle materie d’esame al tipo di studi o di lavoro che il candidato intenderebbe intraprendere; ridurrebbe sensibilmente la percentuale dei fallimenti all’inizio degli studi universitari; darebbe alle imprese più garanzie di preparazione di quelle connesse al possesso del titolo tradizionale; farebbe ‘risparmiare’ egualmente un anno perché nell’intesa con le università per il riconoscimento dei CFU si potrebbe prevedere l’iscrizione al secondo anno o una riduzione del triennio (laurea di primo livello) a un biennio; potrebbe essere introdotta rapidamente sulla base della normativa vigente sulla sperimentazione senza richiedere, almeno per qualche anno, una copertura legislativa. E, last but not least, non avrebbe ripercussioni sull’organico dei docenti (se non eventuali adattamenti con il contestuale rafforzamento delle azioni ad esempio contro la dispersione scolastica).

Vedremo presto, anche in vista della ‘Costituente della scuola’ annunciata dal ministro Carrozza, se la meritoria iniziativa della deputata Santerini avrà contribuito ad accelerare i tempi di una decisione che appare matura.