L’era digitale farà sintesi tra umanesimo e tecnica?
L’interrogativo, al quale tende a dare una risposta positiva, se lo pone Franco Amicucci, sociologo e presidente di Skilla – una delle maggiori e-learning company italiane, specializzata nello sviluppo di soluzioni innovative per la formazione manageriale – in un articolo recentemente pubblicato sul quotidiano “ilSole-24Ore”.
“Tra i nuovi scenari che stanno caratterizzando il mondo del lavoro”, scrive Amicucci, “si sta profilando quello della rottura della tradizionale separazione tra lavoro intellettuale e lavoro manuale, che si trascina la rottura di tante altre separazioni, come quella tra tempo di studio e tempo di lavoro, competenze tecniche e competenze umanistiche, spazi di vita privata e spazi di vita lavorativa”.
L’attuale sistema formativo italiano, come d’altra parte anche quello di tutti i Paesi industrializzati, è “figlio delle ideologie del ‘900, fondate sulla netta distinzione tra percorsi umanistici e percorsi tecnico professionali, percepiti nella nostra cultura come percorsi di serie A e percorsi di serie B”, gerarchia canonizzata in Italia dalla riforma Gentile.
Ma l’evoluzione della natura del lavoro, alla luce della rivoluzione digitale e delle nuove tecnologie, “richiede una nuova visione, una nuova percezione del valore, un nuovo mindset nei sistemi formativi”, perché diventa sempre più importante, da una parte, arricchire i percorsi formativi delle scuole tecniche e professionali con soft skills e componenti umanistiche, e dall’altra arricchire i percorsi umanistici con esperienze di manualità, di una “nuova manualità digitale che integra corpo e mente” e “stimola creatività, capacità di ingegno, flessibilità, resilienza, tutte qualità necessarie nella vita e in tutte le professioni, anche in quelle di maggior prestigio”.
Secondo Amicucci anche la riforma Valditara, finalizzata ad una nuova valorizzazione delle scuole tecnico professionali, “può essere considerata un primo piccolo, ma importante passo in questa direzione”. Essa riguarda infatti in primo luogo quella vasta “area di giovani che coinvolge l’attuale sistema formativo IeFP (Istruzione e Formazione Professionale, con 170.000 giovani, per il 70% giovani bocciati da altri percorsi formativi), sistema gestito dagli enti del privato sociale, come Enaip, Ial, Confartigianato, Coldiretti, Salesiani ed altre storiche strutture, gli Istituti Professionali di Stato che necessitano di una forte innovazione, gli IFTS e il nuovo sistema dell’ITA Academy”. Giovani che potranno giovarsi di una didattica fondata sulle nuove tecnologie di apprendimento, come la realtà aumentata e virtuale e le altre applicazioni dell’intelligenza artificiale, e potranno proseguire la loro formazione sia negli ITS Academy sia nelle Academy delle aziende italiane più impegnate nella formazione professionale di livello avanzato in una logica di apprendimento permanente.
Una logica, conclude il presidente di Skilla, che riguarderà comunque tutti i percorsi formativi, umanistici e tecnici, perché nell’era digitale i cambiamenti saranno sempre più veloci, intensi e trasversali per ogni lavoro e ogni tipo professione.
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