La didattica ibrida a Didacta Italia

Di Giancarlo Marcelli*

Nella recente fiera Didacta Italia tenuta a Firenze, nella giornata dell’8 marzo è stato trattato l’intrigante tema degli apprendimenti interdisciplinari da adottare per una formazione scientifica adeguata degli studenti. L’editorialista del Corriere della Sera, Beppe Severgnini, ha condotto l’incontro “Dalle Stem (Science Technology Engineering Mathematics) alle Steam (Science Technology Engineering arts, Mathematics)” coadiuvato dal prof. Schettini, docente di fisica e autore del testo “La fisica che ci piace” e dal dott. Galansino, direttore della fondazione palazzo Strozzi di Firenze. Che dire oltre sul  fascino delle osservazioni condotte e delle sensazioni trasmesse?.

La tecnologia si muove a passi da gigante e l’insegnamento impone comunque che gli studenti inizino a “pensare” come piccoli scienziati, storici e filosofi in fiere. Le competenze da sviluppare, magari con il problem solving, dipendono sempre  più dalla capacità di creare novità interdisciplinari, adottando tanti catalizzatori cognitivi,  per  nuovi percorsi di studio in cui i vari settori   siano sempre più ibridizzati. Questo è anche il vero valore cognitivo della digitalizzazione dei processi fra discipline scientifiche e artistiche, che potranno trovare  in possibili nuovi percorsi di studio e negli ITS (Istituti Tecnici Superiori) soluzioni flessibili per far acquisire competenze prossime al mondo del lavoro: un fine ma non un mezzo di formazione!

L’avvenimento condiviso a Didacta mi ha anche ricordato Leonardo Da Vinci, l’uomo-scienza che più di tutti simboleggia il Rinascimento. Questi nasceva il 15 aprile 1452 probabilmente  a Vinci , dove ho avuto il piacere di visitare lo splendido museo dedicatogli.

Ricordo ai giovani come già da adolescente Leonardo amava passare il tempo all’aperto per osservare il mondo intorno, con l’attenzione verso tutti i dettagli: i colori, la prospettiva, il gioco di luci e ombre, il volo degli uccelli o l’incedere dei cavalli. Tutte cose che poi avrebbe coltivato nella sua carriera anche di gran pittore.

Già, perché Leonardo fu anche per certi versi un pittore-scienziato. Spesso la cultura popolare lo ritrae come un genio poliedrico, autore di macchine geniali e scopritore di meraviglie.   

I molti quaderni di appunti che ci ha lasciato, come il famoso Codice Atlantico, mostrano schizzi di macchine e progetti architettonici. L’esempio Leonardo è allora un modello perché ha visto sé stesso come scienziato, ingegnere, architetto, pittore. Penso anche che il processo trattato sia difficile e che l’interdisciplinarietà Steam sia un incipit, poi pero occorre conoscenza, applicazione e studio coerente.

*Presidente ITS Fabriano

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