Didattica a distanza: per 1 adolescente su 3 ci sono stati problemi durante il lockdown e il digitale ha creato stress

 Durante il lockdown il digitale li ha sicuramente uniti (anche se non tutti la pensano allo stesso modo), ma la DaD non ha sempre funzionato come dovrebbe e ha anzi creato stress nello studio. È quanto emerge dal rapporto Unicef ‘The future we want’- Essere adolescenti ai tempi del Covid-19, nato per conoscere come l’emergenza sanitaria abbia cambiato la percezione che gli adolescenti in Italia hanno del loro benessere, l’impatto che il COVID-19 ha avuto nelle loro vite e le lezioni apprese per un futuro più equo e sostenibile.

Nel dettaglio, quasi la metà degli adolescenti che ha risposto al sondaggio pensa che il digitale li abbia uniti durante il lockdown, senza sarebbero stati più isolati, ma 1 su 3 non ne sarebbe altrettanto sicuro e 1 su 5 pensa invece che li abbia divisi: non tutti hanno avuto infatti le stesse possibilità di accedere alle tecnologie e alla connessione. Per quanto riguarda la DaD, quasi 6 adolescenti su 10 non si sono trovati in difficoltà con la digitalizzazione, ma 1 su 3 sì. Oltre 3 su 5 hanno comunque dichiarato che la digitalizzazione ha creato stress nello studio.

Tra le cose che i ragazzi apprezzano della scuola ai tempi del Covid ci sono la flessibilità degli orari e la partecipazione alla definizione del calendario con gli insegnanti (58%), seguita dalla possibilità di formare classi di recupero (37%) e dall’utilizzo di materiale didattico online come integrazione ai testi. Eppure, solo 1 ragazzo su 4 vorrebbe continuare a mantenere alcune sessioni di didattica a distanza.

Per aiutare gli studenti in difficoltà economiche, un adolescente su 3 vorrebbe più borse di studio e l’integrazione del bonus cultura. Inoltre emerge che il 65% degli adolescenti pensa che un sistema sanitario pubblico, gratuito e accessibile a tutti sia indispensabile per mantenere un buono stato di salute. Per quasi 4 adolescenti su 10, poi, i fattori ambientali che agiscono sulle cause delle epidemie sono da tenere in stretta considerazione per la salute pubblica; per la metà degli adolescenti, anche la promozione di una corretta alimentazione e di stili di vita più sani, che dovrebbe avvenire anche a scuola, è considerata prioritaria per il benessere fisico.