Didattica a distanza: di necessità virtù

di Graziella Bianco

La Pandemia ha investito e portato scompiglio nel sistema scolastico, ma soprattutto in quelle residue realtà in cui si guardava al passato statico ed autoreferenziale e proprio in queste realtà la vecchia tradizione dell’insegnamento-apprendimento verticale è venuta meno: la pura trasmissione della conoscenza ha vacillato quando ha dovuto fare i conti con la DaD.

L’ autoritarismo di alcuni docenti si è appannato. Sono stati smantellati alcuni “fortini” della vecchia didattica riamasti ancora in piedi. Il sistema di insegnamento-apprendimento ha dovuto velocemente rigenerarsi rinascendo come la Fenice dalle sue ceneri. La cosa incredibile è che questa nuova Fenice è molto più interessante della precedente ed ha messo in moto quella parte sopita di professionalità di alcuni docenti creando nuove buone pratiche, scuotendo dal torpore coloro che insegnavano allo stesso modo da 20 anni. Ora siamo tutti ricercatori e sperimentatori, stanchi, ma entusiasti.

È nata una comunità educante più forte, più dinamica e decisa a non soccombere in questa emergenza. Tutto il desiderio di stare vicini agli alunni è venuto fuori mostrando una classe docente pronta a tutto, etica, infaticabile e fortemente professionale. Tutti hanno sperimentato le tecnologie per raggiungere gli alunni e ricostituire la propria classe, anche se a distanza, anche se con tante incertezze nel modo di agire. Presi in questo vortice, catturati dal clima della meta percezione reciproca, gli alunni hanno dimenticato l’incertezza e si sono gettati anche loro in questa nuova avventura.

La risposta della scuola è stata forte e chiara: noi ci siamo e siamo una comunità educante e procederemo insieme come sempre al fianco dei nostri ragazzi e non importa se è cambiato l’ambiente di apprendimento…. noi ci siamo e ci saremo. Tutti i nodi sono venuti al pettine e tutto quello che qualcuno aveva ignorato dell’innovazione didattica si è presentato prepotentemente come una conditio sine qua non per poter proseguire:

– Le tecnologie come luogo di apprendimento ed opportunità di conoscenza
– L’approccio empatico con gli alunni necessario per poterli “raggiungere”
– La valutazione autentica ed orientativa
– La valorizzazione delle competenze accanto alle conoscenze
– Il linguaggio chiaro e la lezione coinvolgente
– Il protagonismo degli alunni e il ruolo di docente coach

Non tutto è andato per il meglio, non tutto è perfetto, ma quello che c’è da riconoscere è che proprio tutti si sono messi in gioco per essere adeguati alla situazione: corsi di formazione, riorganizzazione dell’organizzazione scolastica, tavole rotonde e convegni, la disponibilità di sistemi come Google Suite e MICROSOFT Team per la gestione di video lezioni e classi virtuali. Su alcuni punti focali è stato necessario fermarsi a riflettere e concordare soluzioni: la necessità di adottare una modalità empatica di comunicare con gli alunni nella DaD e come valutare e come valorizzare le competenze ma soprattutto che tipo di docente devo essere? Di cosa hanno bisogno “ora” gli alunni? In una lezione a distanza è necessario creare un clima fortemente inclusivo e motivante.

Il primo passo è stato rassicurare gli alunni e dare a loro un metodo di studio. E’ stato necessario renderli il più possibile protagonisti della lezione e autonomi nello studio. La classe capovolta si è rivelato sicuramente un metodo molto adeguato, infatti gli alunni leggono/studiano prima della video lezione, poi insieme come se fossero in presenza approfondiscono, si confrontano, fanno esercizio, chiedono chiarimenti e esercitano la Peer Education. Quest’ ultima ha mantenuto vivo il senso di appartenenza e collaborazione che genera dinamiche emotivo-affettive inclusive e attive che sono fondamentali a supporto soprattutto dei ragazzi più in difficoltà, ma che ha anche il pregio di portare alla luce tutte le qualità di cura (=mi prendo cura di te) dei tutor, il loro spirito di iniziativa, la capacità di problem solving a supporto della comunità. Il modo di approcciarsi alla classe virtuale si poggia ancora di più sulla costruzione della fiducia e della stima reciproca, il docente autorevole è colui che è riconosciuto dalla classe per il suo ruolo e la sua professionalità ma anche per la sua umanità e comprensione. Colui che stimola la crescita personale, il coach.

La valutazione autentica è stata necessariamente valorizzata ed è diventa un tesoro tutto da scoprire in cui le competenze sono protagoniste, senza nulla togliere all’acquisizione delle conoscenze. Si tenta ora ancora di più di valutare/valorizzare l’alunno a 360 gradi. Il feedback diventa indispensabile per orientare e motivare gli alunni. La valutazione puntuale, trasparente e comunicata fa da motore per l’autoconsapevolezza dei ragazzi e li sostiene nell’autoformazione e nell’individuazione del proprio stile di apprendimento. Ovunque sono nate buone pratiche che vanno studiate, condivise, messe a regime, capitalizzate e non perse.

La Scuola Italiana si è rivelata in tutta la sua forza, lo spessore professionale dei docenti ha avuto il sopravvento sulla paura e sul pericolo di perdere il contatto con gli alunni. Tutti insieme abbiamo dimostrato che si può costruire eccellenza anche in una situazione di emergenza, ognuno con le proprie armi e il proprio ruolo: gli studenti, le famiglie, la scuola, la formazione, le istituzioni.