Didattica a distanza: da Pavlov a Cartesio

“Ibi semper est victoria, ubi concordia est”. Dirigenti news della Cisl-scuola questa settimana apre con la citazione riportata in calce alla nota n. 388 del 17/3/2020, recante indicazioni sulla didattica a distanza.“È una bella citazione e la facciamo senza dubbio nostra, secondo il nostro convincimento – afferma il settimanale -: la concordia e la compattezza sono frutto di confronto e di scambio di idee, vanno costruite tra le parti in campo e sono essenziali nei momenti di crisi”. Ma la concordia, la condivisione, il confronto non ci sono stati, rendendo semplicemente retorica la citazione. “Purtroppo il confronto e lo scambio di idee – precisa la Cisl scuola – sono del tutto mancati nella definizione della nota in questione. Non sono state ascoltate le associazioni professionali e non sono state coinvolte le parti sociali, nonostante l’argomento fosse delicato e riguardasse aspetti professionali e di organizzazione del lavoro”.

Alla protesta dei sindacati più rappresentativi, alcuni hanno ritenuto di “ergersi a censori, con modi collerici e stili decisamente scomposti, intrisi di retorica strumentale. La concordia, secondo il nostro modo di vedere, non è un riflesso tutto pavloviano di scodinzolamento, di adesione priva di riflessione”. Il riferimento a Pavlov e ai riflessi condizionati riguarda il comunicato dell’Anp che con quel titolo aveva criticato la posizione sindacale.

“Quindi – puntualizza Dirigenti news – per quanto ci riguarda non Pavlov, ma Cartesio è vivo: cogito, ergo sum”. Perché? Se le associazioni professionali e le organizzazioni sindacali fossero state ascoltate, probabilmente avrebbero potuto fornire un quadro più completo delle criticità che stanno emergendo in quanto le difficoltà non sono solo dei docenti, che comunque in grande maggioranza si sono organizzati, ma soprattutto delle famiglie.

Vi sono infatti problemi di connettività, di disponibilità di device, difficoltà a gestire i figli e il lavoro agile dei genitori, spaesamento e disorientamento, insoddisfazione per motivi svariati ed anche opposti, sono segnalati nei diversi contesti sociali. Alcune famiglie lamentano di non riuscire a seguire le attività che sono richieste dagli insegnanti, altre affermano che l’intervento della scuola è esiguo, che occorre utilizzare questo o tal altro sistema.

L’aspetto dirompente è che le famiglie sono costrette ad esercitare un ruolo vicariante e che l’esercizio della funzione docente, almeno per alcune fasce d’età, richiede ora in modo massiccio la mediazione genitoriale e si svolge in un contesto profondamente mutato.

Per questo, puntualizza la Cisl scuola – molte indicazioni della nota sono condivisibili, altre no, perché sarebbe stato opportuno fornire orientamenti, magari sotto forma di Linee guida, piuttosto che formulazioni dal tono prescrittivo e soprattutto valutare l’impatto in contesti profondamente differenziati.

“Anche perché si prova un grande senso di disagio e di straniamento nel leggere la nota, avendo in mente immagini di dolore e di paura che il contagio ha reso quotidiane. Difficilmente in alcuni territori quelle indicazioni potranno essere seguite e forse c’è bisogno di altro”. Conclude la Cisl-scuola che non era certamente nelle intenzioni del Ministero porre macigni burocratici sul percorso delle scuole, ma il confronto con i sindacati sarebbe stato utile, come spesso per altre questioni è avvenuto, per approfondire alcuni aspetti anche della gestione del personale docente, nella nuova dimensione lavorativa

“Certamente abbiamo apprezzato l’azione di supporto effettuata dal Ministero nel fornire risorse per la didattica a distanza e comprendiamo la necessità di adottare provvedimenti per assicurare la validità dell’anno scolastico, tuttavia pensare di regolare senza alcun confronto aspetti così delicati, decisamente non è il miglior modo per ottenere il risultato desiderato e tanto meno per ottenere compattezza o concordia, specialmente in un momento tanto grave”.

La nota Cisl-scuola si conclude con un’altra citazione, forse molto più pregnante: Infatti, se è vero che “concordia parvae res crescunt, discordia maximae dilabuntur”, è altrettanto “necessario unirsi, non per stare uniti, ma per fare qualcosa insieme” (Goethe).