Tuttoscuola: Non solo statale

Deputati diessini per la “Pubblica” Istruzione

Alcuni deputati ds, capitanati da Valdo Spini, già esponente dell’ala lombardiana-codignoliana del PSI, hanno depositato nei giorni scorsi una proposta di legge (n. 2785) volta a reintrodurre l’aggettivo “pubblica” nella denominazione del “Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca”, come si chiama dal 30 luglio 1999, data di emanazione del decreto legislativo n. 300 (la fonte primaria è anche in questo caso la megariforma Bassanini della pubblica amministrazione).
I proponenti adducono due argomenti. Il primo è di carattere storico: il Ministero si è sempre chiamato della “Pubblica Istruzione” fin dalla sua istituzione (legge Boncompagni del 1848), con l’eccezione di una parte del periodo fascista (1927-1945), durante il quale si chiamò “dell’Educazione Nazionale”. Perché cambiare? (domanda, peraltro, da rivolgere a Bassanini, altro ds ex socialista, regista della riforma dei ministeri e delle loro nuove denominazioni).
Il secondo argomento è quello che probabilmente sta più a cuore ai proponenti: la Costituzione a loro avviso assegna alla cura del governo solo l’istruzione pubblica, cioè quella direttamente gestita dallo Stato, essendo quella privata “libera” e “senza oneri per lo Stato”, e quindi per definizione non soggetta a vincoli ministeriali.
In realtà nel mirino dei proponenti sta la legge sulla parità di Berlinguer, che la componente laica della sinistra ha subito malvolentieri, e della quale teme ora uno sviluppo in direzione del finanziamento delle scuole paritarie.

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