Denatalità in caduta libera. Cause, effetti

In occasione della pubblicazione dei nuovi dati Istat sulla situazione della popolazione del 2015, sono stati resi noti anche gli indicatori demografici, comprensivi del tasso di natalità degli ultimi 14 anni relativamente a ciascuna provincia, regione e area territoriale.

Il tasso di natalità, come è noto, costituisce il numero annuo di nascite ogni mille abitanti e consente di valutare anche i possibili effetti sull’andamento della popolazione scolastica.

Dal 2002 al 2015 quei numeri parlano di una situazione repentinamente cambiata, dopo un iniziale andamento di graduale incremento, con successiva accelerazione verso valori sempre più bassi.

Nella prima metà del periodo considerato (cioè dal 2002 al 2008-09) il tasso di natalità è andato gradualmente salendo ovunque, passando dalla media nazionale di 9,4 nati su mille abitanti nel 2002 a 9,8 nati nel 2008 (il picco più alto del tasso degli ultimi anni).

Dopo il 2008 il tasso è andato velocemente scendendo, arrivando a 8,0 nel 2015.

Da notare che tra il 2002 e il 2008 il tasso era salito soltanto di 0,4 nati x mille (dal 9,4 al 9,8), mentre dal 2008 al 2015 è sceso di 1,8 (da 9,8 a 8,0).

Si tratta di una discesa rapida e preoccupante, in quanto generalizzata e costante.

anno 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
Tasso di natalità 9,8 9,6 9,5 9,2 9,0 8,5 8,3 8,0

È prevedibile che il tasso di natalità di questo 2016 scenda ulteriormente e continui anche per un altro biennio almeno, assumendo le caratteristiche di un fenomeno demografico non congiunturale.

Quali le cause principali di questo fenomeno destinato ad avere ripercussioni sociali ed economiche, interessando prima di tutto il sistema scolastico?

La crisi economica è senza dubbio la causa principale, a cui si aggiunge il minor apporto demografico degli stranieri che consentiva di compensare il lento declino di natalità degli italiani.