Decreto sulla formazione dei docenti: e le paritarie?/2

O forse l’omissione del MIUR potrebbe essere un modo per suggerire altro? Per esempio, che gli enti gestori delle scuole paritarie, o i loro rappresentanti di categoria, potrebbero autonomamente stipulare convenzioni con le università sia per selezionare un numero adeguato di candidati alla laurea magistrale per l’insegnamento sia per la successiva formazione dei vincitori nell’anno di tirocinio? O anche per suggerire che, ferme restando le regole generali stabilite dallo Stato per le lauree magistrali per l’insegnamento, le Regioni e/o il consorzio degli enti non statali che chiederanno le convenzioni con le università per la formazione dei loro abilitati potrebbero rivendicare il diritto di aggiungere alle regole statali anche vincoli coerenti con la legge di parità n. 62/2000 (come candidare all’ingresso alla laurea magistrale per l’insegnamento in scuole non statali solo studenti che accettino le scelte educative dei Pof degli istituti che chiedono la copertura di posti?).
Sarebbe interessante sapere se questi possibili scenari siano stati taciuti solo perché avrebbero sollevato obiezioni insuperabili da parte dei contrari alla sussidiarietà, all’autonomia e, conseguentemente, ad una piena parità, oppure se tali scenari siano solo un generoso, ma sterile, tentativo di rendere sensate scelte che alla lettera lo sono poco. Forse, più banalmente, la mancata indicazione è solo il frutto di una grave superficialità che testimonia, al di là delle affermazioni di principio, la scarsa attenzione ad una gamba del nostro sistema scolastico: il pubblico non statale.