Decreto sulla formazione dei docenti: e le paritarie?/1

La bozza del decreto legislativo sulla formazione dei docenti continua a far discutere. Non è piaciuta neanche alla Compagnia delle Opere, finora tra i maggiori sostenitori della riforma Moratti. Il responsabile scuola della CdO, intervistato dal settimanale “Tempi”, ha sostenuto: “è una jattura per le scuole statali. Perpetua il peggiore dei difetti del nostro sistema, cioè la certezza del posto a prescindere dalla capacità di insegnare“. E rincara la dose: “I decreti Moratti-Sindacati-Alti Burocrati fanno tornare indietro di vent’anni la scuola. Sono da riscrivere“.
Il decreto attuativo sulla formazione e il reclutamento degli insegnanti programma solo l’ingresso degli insegnanti statali, ma tace di quelli necessari alle scuole paritarie delle Regioni, dei Comuni, degli enti morali e dei privati. Un silenzio inquietante, ma così apparentemente irragionevole da essere sospetto. L’omissione, se non colmata nel corso del perfezionamento del decreto, potrebbe portare al paradosso della chiusura degli istituti paritari per l’impossibilità di reperire sul “mercato nazionale” i docenti necessari per assicurare gli insegnamenti previsti dai nuovi ordinamenti (lo schema prevede che il numero degli accessi sia calcolato sul fabbisogno previsto delle sole scuole statali aumentato del 10%).