Decreto inclusione: alcuni segni positivi di continuità didattica

In attesa di conoscere il testo definitivo del decreto legislativo sull’inclusione per un opportuno confronto con il testo dello schema iniziale, la scheda predisposta in merito dal Miur lascia intendere che è stato compiuto un passo significativo. “Per la prima volta – precisa la nota – le e i supplenti potranno avere contratti pluriennali. In caso di un rapporto positivo con l’alunna o l’alunno e su richiesta delle famiglie le docenti e i docenti con contratto a termine potranno essere riconfermati per più anni senza passare dalle annuali trafile di assegnazione della supplenza”.

Lo schema iniziale prevedeva: “Al fine di agevolare la continuità educativa e didattica … da parte del dirigente scolastico … può essere proposto, non prima dell’avvio del1e lezioni, ai docenti con contratto a tempo determinato per i posti di sostegno didattico, e ferma restando la disponibilità dei posti e le operazioni relative al personale a tempo indeterminato, un ulteriore contratto a tempo determinato per l’anno scolastico successivo…”

Dal comunicato Miur sembra di capire che la previsione già contenuta nello schema iniziale sia stata ulteriormente rafforzata. Se si considera, infatti, che più del 30% dei docenti di sostegno è attualmente supplente su posto in deroga, la nuova previsione aprirebbe per loro una interessante prospettiva per la continuità didattica proprio su quei posti in deroga (quest’anno circa 45 mila) che, a causa della loro natura provvisoria, sono esposti ogni anno alla discontinuità.

C’è la novità del placet e della richiesta delle famiglie per la conferma pluriennale del supplente, una novità esposta a qualche riserva e a possibili contenziosi da parte di docenti controinteressati, senza considerare che, se è un incentivo lavorare bene per ottenere conferma, al contrario una prestazione modesta o non positiva può essere una via di uscita del supplente per cercare supplenze più gradite.

Per i docenti di ruolo su posto di sostegno sembra definitivamente tramontata la speranza che il nuovo decreto legislativo abbia voluto recuperare la previsione contenuta nella legge delega per la conferma di presenza sull’alunno disabile (continuità didattica) per l’intero percorso di studi. Sarebbe sconcertante.