Debiti: affidarsi all’ingegneria giuridico-amministrativa aiuta?

Se la “crisi” del recupero dei debiti formativi non sarà risolta con lungimiranza e determinazione non si metterà a rischio solo l’inizio del nuovo anno scolastico, ma anche un’ulteriore delegittimazione dei processi formativi scolastici.

La lezione da trarre da questa vicenda è che non basta invocare la severità e il rigore, vanno anche create le condizioni adeguate per chi è chiamato ad assumere i comportamenti e le decisioni del caso.

Purtroppo la decisione di prevedere l’obbligo di saldare ogni debito formativo prima dell’inizio dell’anno scolastico, pur in presenza di un vasto consenso di opinione pubblica, non si è tradotta fino ad oggi in un’adeguata azione condivisa tra scuola e famiglia, né in un sostegno finanziario congruo rispetto alla percentuale degli studenti con debiti (che superano il 70% dei studenti frequentanti), e neanche in un quadro credibile di indicazioni operative sui tempi e sulle modalità e forme di recupero, con verifica finale a inizio del prossimo mese di settembre.

Per superare queste difficoltà il Ministero della pubblica istruzione è impegnato in una pluralità di confronti tecnici-politico, nel tentativo di rideterminare le regole e i tempi di recupero e di verifica. Ma affidarsi all’ingegneria giuridico-amministrativa non rappresenta la soluzione del problema, ed infatti le varie ipotesi messe sotto osservazione non offrono una risposta positiva alla impossibilità di mescolare il tempo di adempimento dell’obbligo di recupero e di verifica degli apprendimenti con l’inizio delle regolari attività didattiche di inizio anno scolastico.