
Ddl/2. Manca unidea guida
E allora forse non ha torto la deputata di ‘Per l’Italia’ Milena Santerini che, pur votando a favore del Disegno di legge, ne ha parlato nell’intervista rilasciata a Tuttoscuola come di una legge con più centri (l’autonomia, il precariato, i superpresidi, la sicurezza delle scuole…) ma forse proprio per questo priva di un asse portante, di un’idea guida, a differenza di quanto fatto da altri Paesi.
Avrebbe potuto essere una (vera) meritocrazia, declinata nei diversi ambiti, oppure una (vera) lotta alla dispersione con l’eliminazione delle bocciature, oppure una (vera) riforma degli ordinamenti come la riduzione della durata della scuola a 12 anni e l’ultimo anno delle superiori legato alle scelte successive.
Invece, in assenza di un unico baricentro innovativo, il testo del Ddl si è andato man mano caricando di ulteriori impegni che graveranno sull’attuale assetto, sui suoi tanti centri, a partire dall’appesantimento dei piani di studio, e rischia, nell’ulteriore passaggio al Senato, di subire ulteriori mediazioni conservatrici.
Staremo a vedere. Quel che ci sembra di poter dire è che rispetto alle attese e soprattutto rispetto alla prospettiva di un serio rilancio della qualità e dell’equità della nostra scuola le misure contemplate nel Ddl all’esame del Senato non appaiono incoraggianti. Anche l’aspra polemica in corso tra il presidente Renzi e i sindacati della scuola, che hanno dimostrato di poter contare su un largo seguito, crea un clima sfavorevole all’innovazione. E se non si troverà il modo di coinvolgere e (ri)motivare gli insegnanti non basterà certo mettere le scuole nelle mani dei presidi, neanche nominandoli sul campo sceriffi o sindaci.
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